Meno alternanza scuola-lavoro. “Le imprese non ci stanno”

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Luigi Sabadini, presidente di Api Lecco

LECCO – “Un dialogo tra sordi è stato per molti anni il modo figurato per descrivere i rapporti tra il mondo della scuola e il mondo dell’azienda. Bisogna dire che molto è stato fatto per superare quella che sembrava una distanza incolmabile. Il mondo della scuola e della formazione, grazie a docenti e presidi (illuminati), hanno compreso come sia importante che la funzione educativa e formativa sia strettamente legata alla società e al territorio dove vivono gli studenti e soprattutto dove questi giovani si inseriranno a livello sociale e lavorativo”.

E’ Luigi Sabadini, imprenditore appena rieletto per il terzo mandato alla guida di Api Lecco, ad alzare  la voce contro la ‘retromarcia’ della politica sul tema dell’alternanza scuola-lavoro.

“Da parte del mondo dell’impresa da sempre c’è stato l’impegno a favorire la crescita della scuola come occasione di promozione personale, tecnica e sociale dei giovani. Nel nostro territorio possiamo far memoria di come gli industriali lecchesi si sono fatti promotori della nascita degli attuali istituti scolastici Fiocchi e Badoni e di come li sostengono ancora oggi sia con iniziative tecniche che con contributi economici. L’alternanza scuola lavoro è un’esperienza che i giovani del nostro territorio vivono già da molti anni, ancora prima della legge della “buona scuola”. Infatti soprattutto nelle scuole tecniche e professionali la collaborazione delle aziende lecchesi consente ai loro allievi di sperimentare momenti di “lavoro” nei laboratori e nelle fabbriche”.

“Con la Legge 107 tutti gli istituti di secondo grado si sono prodigati nel realizzare progetti di alternanza. Tutte le scuole, licei compresi, si sono impegnate per adeguarsi alla nuova normativa. I docenti delle diverse discipline si sono attivati per costruire percorsi da proporre ai propri allievi. Anche le imprese si sono impegnate per offrire il proprio contributo al rinnovamento didattico delle scuole richiesto dall’alternanza. Non solo posti stage, ma anche lezioni svolte in aula dai propri tecnici e analisi delle competenze”.

L’alternanza rappresenta un’opportunità per le aziende, non un obbligo. Aprire le porte agli studenti, prassi non certo semplice per obblighi anche burocratici e per l’impatto organizzativo interno, significa comunque farsi conoscere da loro creando un rapporto più solido tra l’azienda ed i giovani. Ma non solo. L’impresa può diventare il luogo ove colmare il divario tra le competenze acquisite durante il percorso scolastico e quelle richieste dal mondo del lavoro creando profili già pronti per l’assunzione”.

“Network Occupazione ha promosso un protocollo di intesa sull’alternanza scuola lavoro con tutte le scuole della provincia per coordinare e supportare le iniziative di aziende, istituzioni, enti pubblici e privati disponibili a collaborare a progetti rivolti agli studenti. La Camera di Commercio di Lecco ha emanato un bando per premiare le migliori “storie di alternanza” realizzate dai giovani studenti e un bando per finanziare stage e servizi delle aziende impegnate in iniziative di raccordo scuola-lavoro”

“Dopo tutto questo impegno e la fatica di tutti per rendere più efficace l’attività formativa delle scuole ci sentiamo dire che il Ministero intende “fare retromarcia” e in sostanza “smontare” l’alternanza riducendola in termini di ore e di impatto: la si svolgerebbe durante le vacanze di Natale, di Pasqua e durante le ferie estive, non avrebbe influenza sulla valutazione e incidenza sugli esami di maturità. Noi non ci stiamo!”

“Api di Lecco non ci sta – conclude Sabadii – non si può avvallare la ‘controriforma dell’alternanza’, disfare qualcosa di utile per i giovani, per le aziende, per il territorio! Vogliamo fare rete con chiunque, associazioni, sindacati, istituzioni, scuole, politici pur di salvare e far progredire il confronto tra scuole e impresa”.