Osnago, illuminazione pubblica: un progetto pilota per tutelare uomo e natura

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Progetto Eco- Centric Lighting
Rocco Lena, Paolo Brivio e Miriam Emiliano

L’azienda Cariboni di Osnago ha sperimentato l’approccio Eco- Centric Lighting in via delle Orane, intervenendo su cinque pali dell’illuminazione

La product designer Miriam Emiliano: “Anche nel settore dell’illuminazione stiamo vivendo una transizione da un approccio antropocentrico a uno eco-centrico”

 

OSNAGO – Un progetto pilota, sviluppato sul territorio dove ha sede l’azienda, per provare a innovare il settore dell’illuminazione pubblica con uno sguardo che punti non solo a tutelare la sicurezza degli esseri umani, ma anche il benessere di flora e fauna.

Sono stati presentati giovedì in sala consiliare i risultati dello studio portato avanti dalla ditta Cariboni Group, con sede in via della Tecnica, relativi all’approccio Eco-Centric Lighting, appositamente studiato per illuminare spazi e percorsi esterni ibridi, cioè aree di interesse naturalistico ma percorse anche da veicoli, con l’utilizzo di sistemi ottici intelligenti e dinamici che permettono di mutare e adattare le emissioni luminose in modo di tutelare flora e fauna, insieme al benessere degli esseri umani.

Dopo tante ricerche e studi effettuati in ufficio per capire l’incidenza dei diversi spettri di luce sulla biodiversità, l’azienda osnaghese, nota per la produzione di materiali e impianti per la pubblica illuminazione, è passata a “testare” la soluzione utilizzando i cinque pali della luce, messi a disposizione dall’Amministrazione comunale, posizionati in via delle Orane. Le vecchie lampade a vapori di sodio sono state sostituite con led dinamici avendo attenzione a differenziarne la potenza nella fascia diurna (stimata fino alle 22), in cui la strada è utilizzata dalle persone, e in quella notturna per lasciare l’ambiente alla natura.

“Abbiamo scelto questa area perché era esemplificativa per il nostro studio” ha rimarcato Miriam Emiliano, product designer dell’azienda, parlando di come il progetto sia diventato, nei mesi scorsi, realtà. “Stiamo parlando di una zona infatti inserita nel Parco di Montevecchia e della Valle del Curone, dove le esigenze di chi ci abita vanno a interfacciarsi con quelle della flora e della fauna presenti. Nella realizzazione dei prodotti di illuminazione stiamo vivendo anche noi una transizione da un approccio antropocentrico a uno eco-centrico che si declina in un atto di gentilezza nei confronti delle persone e di tutti gli esseri viventi che abitano il territorio”.

Importante è quindi conoscere come la luce, con tutti i suoi spettri, agisce sull’uomo e sulla natura. “Semplificando possiamo dire che quella fredda, con colori riconducibili al blu, dà fastidio sia agli  animali, spaventandoli e disorientandoli che alle piante, interferendo con il loro ciclo vitale, mentre noi umani vediamo meglio con questi colori”. Dal contrasto tra le esigenze, è nata così la volontà di trovare una sintesi non solo per garantire un equilibrio tra uomo e natura ma anche per abbassare i livelli di inquinamento luminoso in cui è immersa la Brianza (e tutto il Nord Italia).

“Poniamo grande attenzione a operare rispettando le esigenze dei dipendenti, dei clienti, dei fornitori e di tutta la comunità che ci sta intorno. Puntiamo a una sostenibilità economica, ambientale, sociale ed etica, da cui deriva anche la scelta di non delocalizzare la produzione” ha ribadito anche Rocco Lena, manager per il mercato Italia della ditta nata a Colico nel 1908 e trasferita a Osnago nel 1980.

Una filosofia aziendale elogiata anche dal sindaco Paolo Brivio che ha ricordato come non sempre la responsabilità sociale venga perseguita dagli imprenditori (sottolinenando senza citarlo espressamente il caso della Voss di due anni fa): “Facendo il sindaco in questi ultimi otto anni posso evidenziare come l’ida di responsabilità sociale d’impresa sia un concetto che chi fa impresa deve sviluppare sempre più. Spesso viene associata all’elargizione di una donazione per progetti di utilità sociale. E va bene. Ma la responsabilità sociale d’impresa è anche fare di tutto per sviluppare buon lavoro e occupazione, innovazione tecnologica, buoni rapporti con i lavoratori e, sempre più, sviluppare una sensibilità ambientale spiccata in modo tale che le produzioni siano compatibili con l’ambiente circostante”.

Il progetto Eco – Centric Lighting potrà essere perfezionato in futuro grazie all’utilizzo di temporizzatori e sensori di movimento in grado di rendere ancora più performante l’approccio di tutela alla biodiversità.

All’incontro di presentazione dei risultati dello studio erano presenti anche il presidente del Parco di Montevecchia e della Valle del Curone Marco Molgora e il direttore Michele Cereda, oltre a diversi esponenti del settore.