Sale la tensione alla Voss di Osnago: l’azienda non si presenta al secondo incontro in Prefettura

Tempo di lettura: 3 minuti

Picchetto ad oltranza per i 70 lavoratori della torneria di via Stoppani

Il prossimo tavolo per parlare del futuro della Voss di Osnago è fissato il 23 dicembre in Provincia

OSNAGO – Sale la tensione alla Voss di Osnago. Come annunciato, i rappresentanti della ditta tedesca hanno disertato oggi, venerdì, l’incontro in Prefettura convocato dal Prefetto Castrese De Rosa per cercare di trovare una soluzione diversa rispetto al licenziamento dei 70 dipendenti e alla chiusura dell’attività dell’ex Larga di via Stoppani.

Nell’incontro tenuto con i sindacati il 4 dicembre, l’amministratore delegato Socrate Rossi ha annunciato l’intenzione di procedere con il licenziamento di tutti i lavoratori, attualmente in cassa integrazione Covid 19, non appena sarà possibile procedere in questa misura, ovvero a marzo.

Una decisione unilaterale che ha visto fermamente contrari sindacalisti e Rsu tanto che, dopo aver proclamato lo stato di agitazione, i dipendenti hanno dato vita a un presidio da lunedì scorso raccogliendo la solidarietà e la vicinanza delle istituzioni, in primis dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Paolo Brivio.

Presidio trasformato in sciopero ieri, giovedì, con i primi momenti di tensione all’arrivo di un camion per il probabile trasferimento dei macchinari in altri poli produttivi della Voss.

Domenico Alvaro e Lorena Silvani

Sempre ieri si è tenuto anche il primo incontro in Prefettura a cui ha partecipato anche la dirigenza, ribadendo la volontà di procedere dritta per la strada tracciata senza voler aprire un confronto. Oggi il vertice, convocato alla presenza anche del presidente della Provincia Claudio Usuelli, si è concluso con un niente di fatto data l’assenza della proprietà.

Sciopero ad oltranza

“Andiamo avanti con il presidio h 24 sette giorni su sette – dichiara Domenico Alvaro, il sindacalista della Fiom Cgil che insieme a Lorena Silvani della Fim Cisl sta seguendo le sorti dei 70 lavoratori – . Il prossimo incontro è il 23 dicembre quando si riunirà il tavolo istituzionale di crisi convocato dalla Provincia. Vedremo se la proprietà si presenterà all’appuntamento o meno”. All’origine della decisione di chiudere l’azienda ci sarebbero costi eccessivi di produzione: “Per noi è stato un fulmine a ciel sereno. C’erano delle difficoltà ma legate all’emergenza Covid, nulla che facesse immaginare uno scenario del genere. Quello che chiediamo è un confronto al fine di valutare la possibilità che altri imprenditori possano subentrare e mandare avanti un’attività produttiva che ha fatto la storia di Osnago”.

“La Regione intervenga”

Sulla vicenda della Voss sono intervenuti anche il capogruppo del Pd in consiglio regionale Fabio Pizzul e il consigliere Raffaele Straniero: “La direzione dell’azienda ha annunciato  di voler chiudere l’impianto e , ad oggi, non ha lasciato spiraglio alla mediazione, il che significherebbe  il licenziamento di 70 lavoratori, molti over 50 anni, difficilmente ricollocabili, data la grave crisi che  sta vivendo il territorio e  comporterebbe un grave impoverimento del tessuto produttivo del meratese. La Regione  non può stare a guardare: faccia sentire la sua voce autorevole per far sì che la proprietà della Voss si sieda al tavolo per esplorare tutte le strade per non lasciare senza lavoro 70 persone. Non è tollerabile il fatto che la proprietà intenda già trasferire i macchinari in Germania prima di aver chiarito quale possa essere il destino dei lavoratori. Abbiamo chiesto sia convocata al più presto in Commissione attività produttive un’audizione delle organizzazioni sindacali e datoriali, della Provincia e del Comune per evitare la chiusura dell’azienda. Nel frattempo, chiediamo alla Giunta di intervenire immediatamente presso l’azienda affinchè non ci siano azioni unilaterali, senza alcun confronto con i rappresentanti dei lavoratori, che pregiudichino definitivamente le prospettive del sito produttivo di Osnago”.