Vendemmia anticipata. Consorzio IGT Terre Lariane: “Raccolta già il 90% dell’uva”

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Vendemmia

Ad aver accelerato la maturazione dei grappoli il clima torrido dell’estate

Sottoposte a vendemmia anche le varietà più tardive. Già avviato, e in alcuni casi concluso, anche il processo di fermentazione del vino

MONTEVECCHIA – Metà settembre e già la vendemmia per i produttori soci del Consorzio IGT Terre Lariane sta volgendo al termine, con quasi due settimane d’anticipo. Complice il caldo anomale dell’estate, tutte le operazioni legate alla raccolta e alla successiva vinificazione hanno subito un avanzamento.

“Già il 17 agosto avevamo raccolto le varietà necessarie a realizzare le basi spumanti, che si trovano al momento a fine fermentazione, con almeno una decina di giorni d’anticipo – racconta Claudia Crippa, presidente del Consorzio -. In generale si è verificato un processo di maturazione piuttosto veloce, che ha coinvolto anche le varietà che di solito si colgono ai primi di settembre o a metà dello stesso mese, come Pinot nero, Chardonnay e Verdese, quest’ultima unica autoctona. Altre specie tardive come il Merlot, il Cabernet e il Syrah sono state già raccolte in questi giorni. A oggi direi che siamo giunti al 90% della vendemmia, che solitamente termina ai primi di ottobre”.

Situazione insolita dunque, ma neanche troppo sorprendente considerato il torrido clima che ha caratterizzato l’estate, che come conferma la stessa presidente ha esercitato una sicura influenza sui vitigni.

La siccità ha dato come risultato una maturazione più repentina e precoce dei grappoli – prosegue Crippa -. Anche nei prossimi anni ci ritroveremo inevitabilmente ad avere a che fare con condizioni climatiche di questo tipo, perciò già da tempo ci stiamo interrogando insieme al nostro agronomo su come fronteggiare in maniera tecnica i cambiamenti in atto. Alcuni aspetti riguarderanno la gestione delle pareti fogliari, da tenere più colte per evitare maturazioni anticipate e dispersioni di acqua eccessive, e l’installazione dei nuovi vitigni. L’idea è di modificare le indicazioni da fornire ai produttori per impiantarli, per esempio suggerendo di mettere le varietà più precoci in altura. Ogni vitigno ha infatti caratteristiche proprie, un diverso momento di maturazione ed è dotato di differenti gradi di acidità. Non bisogna dimenticare di considerare in questa fase anche il tipo di terreno e la possibilità o meno di reperire acqua”.

Quello che ci si chiede è se lo scombussolamento dato dalle alterazioni climatiche possa aver provocato o arrivi a provocare danni sul prodotto finito, il vino. A questa domanda la presidente non nasconde che gli attimi di preoccupazione non sono mancati, ma che per ora, anche se le dita continuano a rimanere incrociate, tutto sta proseguendo come da manuale.

“Al momento non sappiamo ancora dire con certezza quale sarà il risultato di questa vendemmia, ma di sicuro le uve sono in perfetta salute – sottolinea -. Non essendoci stata pioggia, malattie e funghi sono rimasti a distanza, e nessun trattamento è stato effettuato sulla pianta. È vero, abbiamo avuto maturazioni importanti, ma per evitare conseguenze dannose abbiamo anticipato la vendemmia e siamo riusciti a contenere le gradazioni alcoliche, che si presentano più basse del solito ma restando nella media. Ad oggi anche noi siamo increduli dell’esito finora raggiunto, e non nascondiamo di esserci preoccupati in estate pensando alla raccolta, ma anche i dati delle analisi ci confermano che tutto sta andando per il meglio. Continueremo tuttavia a fare verifiche in più rispetto al solito e a monitorare la situazione”.

Anticipando la vendemmia si ha avuto come conseguenza diretta un avvio precoce anche del processo di fermentazione, ormai persino giunto al termine come nel caso delle basi spumanti, dei vini bianchi e di altre tipologie. Attualmente soggetto a fermentazione invece il Merlot.

A portare le loro uve presso la cantina di Terre Lariane a Rovagnate per la vinificazione 17 aziende dislocate sul territorio, mentre altre 7-8 cantine vinificano in proprio. Queste realtà, partendo dall’alto lago, sono collocate a Domaso, Colico, Perledo e Rossino per quanto riguarda il versante lecchese, e a Fino Mornasco e Arosio in provincia di Como. Il grosso delle cantine tuttavia è situata intorno a Montevecchia.

“Finché non avrà luogo la svinatura e non saranno tolte le bucce, è difficile fare un stima della quantità precisa di vino prodotto – precisa la presidente di IGT Terre Lariane -. Fornendo dati un po’ approssimativi, tenendo conto che a spanne nella nostra cantina abbiamo superato i 1200-1300 quintali di uva, potranno essere realizzati 50 potenziali vini, anche se trovandoci all’inizio del processo di trasformazione è difficile stabilirlo con precisione”.

Impossibile non pensare, parlando di produzione, alle ripercussioni generate dal caro prezzi, che inevitabilmente ho intaccato anche il settore vitivinicolo. Quello che ci si chiede è quali siano gli elementi che possono portare a un incremento del costo della bottiglia.

“Al di là dei generali aumenti come energia elettrica e acqua, hanno subito una lievitazione di prezzo gli articoli usati in vigna per i trattamenti, così come il packaging, fatto di vetro, carta, cartone ed etichette. Anzi, è senz’altro questo l’aspetto che potrà determinare più di tutti i rincari sul prodotto finito. A essere intaccate anche le materie prime come i lieviti, fino ai reagenti per le analisi. Alla luce di questa situazione è chiaro che qualcosa si dovrà ritoccare, ma lo valuteremo a vendemmia finita quando avremo il tempo di guardarci e capire cosa consigliare ai produttori”, conclude Crippa.