Vismara: a due anni dal concordato ancora in bilico le sorti dei lavoratori

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Il timore dei sindacati per il mantenimento dell’occupazione alla Vismara di Casatenovo

“L’unico piano concorsuale è quello di Ferrarini, l’offerta di GSI mette a rischio la continuità aziendale”

CASATENOVO – “Sono ormai passati due anni da quando è stata presentata la prima richiesta di concordato e sin dall’inizio abbiamo sempre sostenuto che la nostra priorità e la nostra attenzione sarebbero state rivolte principalmente al mantenimento dell’attuale occupazione e alle garanzie di prospettive industriali per lo stabilimento di Casatenovo”.

Lo scrivono i sindacati Fai Cisl Flai Cgil Uila Uil esprimendo “forte preoccupazione rispetto alla situazione che si è venuta a creare relativamente alla procedura concorsuale dell’azienda Vismara”.

“Ad oggi l’unico piano concorsuale relativo a Vismara, depositato presso il Tribunale di Reggio Emilia, è quello presentato da Ferrarini che prevede la continuità del sito produttivo e dei relativi dipendenti – scrivono i sindacati – Attualmente la Vismara deve gran parte del proprio fatturato al lavoro che il gruppo Ferrarini, anch’esso in concordato, affida all’azienda di Casatenovo. In questo quadro è evidente l’interconnessione tra le due aziende Vismara e Ferrarini e di conseguenza dei rispettivi piani concordatari depositati, che prevedono il prosieguo delle attività produttive e dei relativi livelli occupazionali”.

“Diversamente, il piano concorrente presentato dalla cordata facente capo a GSI nulla prevede in ordine alla continuità produttiva di Vismara, mettendo a rischio la sopravvivenza dell’azienda. Ciò porterebbe alla chiusura dello stabilimento di Casatenovo che attualmente occupa circa 160 persone e che non potrebbe continuare nella sua attività senza il fatturato fornito dalla Ferrarini”.

“Come organizzazioni sindacali – concludono – ribadiamo la necessità che vengano ricercati e sostenuti percorsi concorsuali in grado di valorizzare la situazione in essere, preservando in prima battuta le professionalità attuali e i relativi livelli occupazionali e in secondo luogo di gettare le basi per un progetto che possa garantire uno sviluppo industriale”.