Morte in cantiere, i sindacati: “Più lavoro non può significare meno sicurezza”

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Sull’infortunio mortale a Besana intervengono i sindacati dell’edilizia

“Il carico di lavoro del settore porta il cantiere ad essere un campo di battaglia”

CASATENOVO – “Ancora una volta la ripresa del settore e l’uscita dalla crisi, diventa essere fattore penalizzante per la vita dei lavoratori, costretti ad operare in condizioni non idonee e soprattutto non in sicurezza”.

E’ l’amara constatazione dei responsabili del settore edile di Cgil, Cisl e Uil di Lecco, Veronica Versace, Roberto Scotti ed Ivan Altomare, all’indomani dell’infortunio mortale in un cantiere di Besana in cui ha perso la vita un operaio edile di Casatenovo (vedi articolo).

“Il carico di lavoro, derivato dagli innumerevoli contratti firmati, le tempistiche per lo svolgimento degli stessi e la poca maestranza a disposizione, porta il cantiere ad essere un campo di battaglia e non un luogo sicuro dove poter lavorare – dicono i sindacati – E’ necessario, oggi più che mai, chiamare nel modo corretto quanto sta accadendo: non sono morti bianche, sono tragedie che gridano vendetta rispetto a chi ne ha responsabilità!”

Per i segretari di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil “ le normative sulla sicurezza esistono, non vengono applicate!” , continuano: “le richieste per far si che quanto sta accadendo negli ultimi anni si blocchi, sono state fatte, ma non sono state prese in considerazione! È inaccettabile che nel 2022 venga ancora messa a rischio l’incolumità delle persone: è necessaria l’applicazione del contratto di settore ed è importante che si adempia al rispetto delle ore di formazione previste sulla sicurezza sul lavoro. Morire ancora a causa del lavoro nel 2022 è vergognoso e inaccettabile”.