Multiservizi, in ospedale la protesta per il rinnovo del contratto nazionale

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Presidio sindacale dei lavoratori del settore multiservizi davanti all’ospedale di Lecco

Contratto nazionale scaduto dal 2013. I sindacati: “Non perdiamo altro tempo”

LECCO – Salari che non arrivano a 7 euro lorde all’ora, cambi di appalto, part time involontari con poche ore di lavoro settimanali: i dipendenti del settore multiservizi sono tra le categorie più deboli del mercato del lavoro, eppure, sono gli stessi che forniscono uno dei contributi diventato oggi ancor più fondamentale in questo periodo di emergenza sanitaria.

Sono soprattutto donne, lavoratrici delle cooperative a cui molti enti pubblici e aziende private esternalizzano i servizi di pulizia e sanificazione degli ambienti. Non a caso questa mattina, lunedì, i sindacati Filcams Fisascat e UILTuCS hanno deciso di organizzare un presidio di protesta davanti all’ospedale Manzoni di Lecco.

Al centro della mobilitazione il contratto nazionale scaduto dal 2013. “E’ una delicata situazione quella nella quale operano lavoratrici e lavoratori del settore – ricordano i sindacati – il cui ruolo ha avuto anche riconoscimenti pubblici, ma che, ancora oggi, non vede le Associazioni Datoriali e le imprese riconoscerne il valore vista la scelta di queste ultime di bloccare, ancora una volta, con atteggiamenti pretestuosi, il rinnovo del Contratto Nazionale”.

“Non perdiamo altro tempo” è l’invito dei sindacati alla controparte datoriale. Il settore occupa oltre 600 mila persone in tutta Italia.