Olginate. La Maggi Catene è stata dichiarata fallita

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Il Tribunale ha decretato il fallimento dell’azienda di Olginate

I lavoratori hanno appreso la notizia in fabbrica e sono stati invitati ad uscire

OLGINATE – La brutta notizia per i lavoratori è arrivata, nel pomeriggio di giovedì, nel modo peggiore, mentre erano al lavoro in fabbrica: la Maggi Catene è stata dichiarata fallita.

I dipendenti dell’azienda di Olginate, contestualmente al grave annuncio, hanno dovuto lasciare l’azienda e si sono radunati fuori dai cancelli, raggiunti dai loro rappresentanti sindacali.

E’ la fine di un’altra grande realtà industriale del territorio lecchese. La crisi per la Maggi Catene si era concretizzata nel febbraio del 2018 con la richiesta della procedura di concordato preventivo al Tribunale di Lecco. Era stato lo stesso Corrado Maggi (leggi qui l’articolo di LeccoNotizie) a raccontare le difficoltà vissute dall’azienda di famiglia.

Già nel luglio del 2017 i lavoratori avevano attuato un presidio davanti ai cancelli, lamentando ritardi sul pagamento degli stipendi. Nel marzo di quest’anno i sindacati avevano proclamato un nuovo sciopero denunciando le loro perplessità sul piano concordatario redatto dalla Maggi, in particolare per i crediti relativi al Tfr destinato ai fondi pensionistici che i lavoratori avrebbero rischiato di non percepire.

L’azienda aveva quindi avanzato una richiesta di proroga al tribunale per presentare un nuovo piano. Una proroga che il palazzo di giustizia non ha concesso.

Il verdetto sul futuro dell’azienda è passato quindi ai creditori che, nell’adunanza del 5 aprile scorso, hanno bocciato il piano presentato dall’azienda. Sono seguiti altri venti giorni per consentire ai creditori di esprimersi definitivamente.

Il 14 maggio, il Tribunale ha reso noto il non raggiungimento della maggioranza di creditori favorevoli al piano e ha comunicato una camera di consiglio, fissata il 5 giugno, per discutere dell’istanza di fallimento presentata dal pubblico ministero, che pesava sulla Maggi Catene sin dal 26 settembre 2018.

Ieri, 5 giugno, si è quindi svolta la camera di consiglio la cui decisione è stata formalizzata nel decreto di fallimento pubblicato nella giornata odierna. La Maggi Catene conta ad oggi una cinquantina di dipendenti.

I sindacati: “Lavoratori trattati come bestie”

“C’è modo e modo di fare, e non era questo il modo. Hanno accompagnato i lavoratori fuori dall’azienda senza nemmeno spiegare loro la situazione. Lo prevede la legge? Non basta, i lavoratori non sono bestie. La situazione è stata gestita molto male”.

E’ su tutte le furie Marco Oreggia, sindacalista della Fim Cisl che ha raggiunto i dipendenti fuori dalla fabbrica dopo essere stati invitati ad uscire dall’azienda a seguito della dichiarazione di fallimento da parte del Tribunale.

“Abbiamo contattato il curatore fallimentare – Silvio Giombelli è il professionista incaricato dal tribunale – che ci ha comunicato di aver disposto l’immediata sospensione dei lavoratori in attesa di fare un’analisi e capire quale sia la strada migliore nei confronti dei creditori, se cessare o proseguire l’attività” spiega Elena Rossi della Fiom Cgil.

Mercoledì mattina è previsto un incontro tra sindacati e curatore, al quale seguirà un’assemblea con i lavoratori. “Come già fatto in questi anni continueremo a supportare i lavoratori e cercheremo di individuare il miglior strumento da mettere in campo per sostenerli in questa fase”.

Igor Gianoncelli della Uilm si smarca dalle polemiche: “Non è utile in questo momento, siamo di fronte ad una situazione drammatica con 53 posti di lavoro a rischio. E’ vero che è il mercato che determina il fallimento o il successo delle imprese, ma è altrettanto vero che al momento giusto potevano essere assunte delle scelte. Noi sindacati abbiamo fatto il possibile per supportare il piano di rilancio dell’azienda, constatiamo che gli sforzi sono stati inutili”.