Retesalute, i liquidatori ai soci: “Non siamo qui per accompagnare l’azienda al funerale”

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Il collegio dei liquidatori di Retesalute insieme al sindaco di Merate, presidente dell'assemblea dei soci

Ieri sera, giovedì, a Merate la prima assemblea dei soci da quando Retesalute è in liquidazione

Ciro D’Aries ha tracciato il percorso: “La via maestra è l’articolo 194 del Tuel”. Affidato l’incarico a un consulente per escludere che le perdite siano riconducibili a fatti estranei alla gestione

 

MERATE – “Vorremmo non accompagnare l’azienda a un funerale, lasciando solo ceneri, ma far sì che la gestione dell’attuale delicata situazione aziendale possa costituire una leva per far ripartire l’azienda ancora meglio di prima”. Sono le parole con cui Ciro D’Aries ha sintetizzato la posizione del collegio liquidatorio di Retesalute, di cui è presidente. C’era attesa ieri, giovedì, per l’assemblea dei soci dell’azienda speciale partecipata da 27 Comuni, la prima convocata da quando la partecipata con sede a Novate è stata messa in liquidazione a causa della grave situazione debitoria riscontrata dall’ultimo consiglio di amministrazione.

Ciro D'Aries
Ciro D’Aries presidente del collegio dei liquidatori

Ed è proprio dalla situazione di partenza della procedura liquidatoria che è partita la lunga relazione di D’Aries, che ha sottolineato l’importanza dei primi passi da compiere al fine di guidare il processo liquidatorio. Il già consulente del comune di Merate proprio per la vicenda di Retesalute, ha altresì sottolineato l’urgenza di mettere in atto iniziative tempestive per risollevare l’azienda enormemente danneggiata “da soggetti diversi che, in diverse forme e titolo, non hanno adempiuto al loro compito. E’ stato perciò necessario ricostruire la contabilità dell’azienda i cui bilanci non corrispondevano a corretti principi contabili”.

I riscontri effettuati dall’ultimo consiglio di amministrazione, grazie anche alla consulenza esterna della società Bdo, hanno permesso di quantificare in 3 milioni e 400mila euro la perdita registrata. D’Aries ha citato anche la relazione dell’organismo di vigilanza, da cui è poi scaturita la denuncia querela di diverse persone alla Procura della Repubblica: “Verranno chiesti i risarcimenti e anche il rimborso degli oneri per la ricostruzione dei bilanci. L’azienda ha subito un danno ingiusto ed ora dobbiamo trovare un’exit strategy strategica, legittima e il più possibile risolutiva, valutando insieme quali sono le azioni necessarie e opportune da adottare per l’interesse collettivo. E’ un tentativo in cui crediamo molto perché non si può far morire così un’azienda pubblica”.

Il professionista non ha nascosto che ci siano molti ostacoli prima di raggiungere la meta: “Non possiamo sic et simpliciter coprire i disavanzi con contributi dei soci. Dobbiamo ricostruire analiticamente quanto le perdite siano imputabili a una bassa tariffazione e quanto a costi generali dell’azienda, escludendo che non vi siano fatti estranei alla vicenda”. Un punto, quest’ultimo, su cui è stato affidato un incarico a un revisore indipendente, sempre della società di consulenza Bdo, che entro 15 giorni dovrebbe consegnare in azienda il proprio lavoro.

Una volta compiuti questi primi passi, la via maestra per il processo di risanamento di Retesalute potrebbe essere quello indicato dall’articolo 194 del Tuel (testo unico enti locali) che riconosce la legittimità dei debiti fuori bilancio in presenza di determinate condizioni, tra cui che le perdite siano imputabili esclusivamente a fatti gestionali.
Un punto di non poco conto visto che era proprio sulla legittimità del percorso di ripianamento che si era consumato nei mesi scorsi lo scontro tra chi, come il Comune di Olgiate, riteneva possibile intraprendere subito questo percorso e chi, come Merate ha ritenuto invece obbligatorio il percorso di messa in liquidazione.
La delibera di riconoscimento sarà trasmessa alla Corte dei Conti e alla Procura a tutela azienda e enti soci.
D’Aries ha rimarcato l’importanza di muoversi in maniera veloce per predisporre un piano di risanamento da cui potranno emergere gli elementi di rilancio anche su rimborso dei danni patiti compiuti da terzi responsabili, parlando anche di una riorganizzazione interna all’altezza dei servizi di un’azienda e ipotizzando infine una modifica denominazione sociale a dimostrazione della sua rinascita.

La relazione ha incassato l’appoggio convinto del sindaco di Casatenovo Filippo Galbiati che, così come in assemblea d’ambito, ha ribadito l’urgenza di intraprendere il percorso a garanzia della sopravvivenza dell’azienda e di tutto il circuito ad essa collegata. Gli ha fatto eco il collega di Osnago Paolo Brivio, che ha chiesto di poter ricevere la relazione per condividerla con i segretari e i professionisti del Comune, seguito dalla sindaca di Monticello Alessandra Hofmann.

Si è invece voluto togliere dei sassolini dalle scarpe il vice sindaco di Olgiate Maurizio Maggioni che dopo aver spiegato in cosa consiste tecnicamente la compensazione, ha chiarito come il suo Comune abbia liquidato regolarmente le fatture di Retesalute avendo aperto solo un contenzioso risalente al 2019. Ha invece manifestato delle perplessità, scaturite poi nel voto di astensione (condiviso con Airuno) sulla tariffe del 2021, la sindaco di Cassago Roberta Marabese che ha ravvisato nell’impostazione del liquidatore un cambio di strategia rispetto all’approccio contenuto nella delibera approvata dall’assemblea dei soci nel maggio scorso.