Riva: il governo “preme” sull’azienda, giovedì la protesta ad Annone

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ANNONE – Il governo farà “pressione” sul gruppo Riva “affinché riprendano le attività negli stabilimenti”. E’ il premier Enrico Letta ad intervenire sulla questione alla trasmissione televisiva Porta a Porta, nello stesso giorno in cui il ministro Flavio Zanonato ha incontrato il presidente dell’Ilva di Taranto, Bruno Ferrante.

Un incontro durante il quale Zanonato ha chiesto ai vertici del gruppo di confrontarsi con il custode giudiziale dei beni sequestrati preventivamente alla holding e di riprendere la produzione. L’invito del ministro sembra essere stato preso in considerazione dal numero uno dell’Ilva, che ha spiegato di voler verificare con l’autorità giudiziaria tutte le possibilità di far ripartire l’attività nelle fabbriche.

Compresa quella di Annone Brianza, dove cinquanta lavoratori sono a casa dallo scorso venerdì, dopo la decisione della società di spegnere gli impianti. E se lunedì è stata giornata di mobilitazione negli altri sei siti produttivi in tutta Italia, i dipendenti della sede di Annone manifesteranno davanti ai cancelli della fabbrica nel pomeriggio di giovedì.

“E’ una serrata inaccettabile perché colpisce i lavoratori che non hanno alcuna responsabilità nel disastro ambientale dell’Ilva di Taranto e non devono pagare il doveroso risanamento degli impianti e la bonifica dell’acciaieria e i risarcimenti dovuti alle vittime dell’inquinamento prodotto per anni dall’azienda” è il commento del Movimento Cinque Stelle lombardo che ha chiesto alla Regione di impegnarsi e “sostenere, nel caso di impossibilità di trovare una accordo con il Gruppo Riva, la nazionalizzazione dell’azienda con un approccio responsabile coinvolgendo economicamente chi ha la responsabilità di questo scempio ambientale nella sua bonifica”.

Oltretutto l’ipotesi del commissariamento non è poi così lontana e già citata dallo stesso Zanonato. Nel frattempo il gruppo Riva è tornato a ribadire gli effetti che il sequestro preventivo avrebbe provocato sulla società:

“Tale provvedimento sottrae infatti alla disponibilità di Riva Acciaio tutti i beni, senza disporre alcuna facoltà d’uso a beneficio dell’azienda; , ne hanno immediatamente disposto il congelamento totale o la revoca […] le banche finanziatrici di Riva Acciaio, che erano tornate a riattivare i fidi,ne hanno immediatamente disposto il congelamento totale o la revoca; il blocco degli impianti e dei conti correnti impedisce alla società di svolgere, in questi giorni, non solo la normale attività produttiva, ma anche operazioni minimali, quali pagare le utenze o gli spedizionieri per la consegna dei materiali già venduti”.