Sciopero dei metalmeccanici, anche Lecco aderisce

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LECCO – Con uno sciopero di quattro ore i metalmeccanici lecchesi aderiranno alla protesta nazionale per il rinnovo del contratto nazionale, una mobilitazione che vede uniti la Fiom, la Fim e la Uilm, in un’unica voce di protesta.

La proclamazione dello sciopero è giunta dopo 13 incontri con Finmeccanica nei quali si si sarebbero trovati alcuni punti d’accordo ed altri invece di forte dissenso da parte dei sindacati.

Convergenza con l’associazione datoriale su sanità integrativa, con bonus di 156 euro a dipendente, sulla previdenza complementare, per la quale è previsto un aumento percentuale da 1,6% a 2%, e sui permessi legati al diritto allo studio e alla formazione professionale. Confronto aperto sull’inquadramento, sulla questione dei migranti e sull’utilizzo delle ferie oltre i 21 giorni.

E’ scontro aperto invece riguardo alle misure introdotte dal Job Acts, quindi le nuove forme di contratto a tutele crescenti e ancora di più sulla questione dell’aumento salariale che l’associazione datoriale vorrebbe stabilire per il giugno del 2017, a fronte dell’eventuale aumento dell’inflazione, che però, denunciano i sindacati, verrebbe concesso solo per minimi tabellari.

“Di fatto – spiega il segretario provinciale della Fiom, Diego Riva – solo il 5% dei metalmeccanici potrebbe accedervi, perché sarebbero così esclusi dall’aumento quei lavoratori che in busta dispongono degli scatti di anzianità o di altri incrementi oltre alla paga base”.

Diego Riva (Fiom) - Enrico Azzaro (Uim)- Giorgio Ciappesoni (Fim)
Diego Riva (Fiom) – Enrico Azzaro (Uim)- Giorgio Ciappesoni (Fim)

Il sospetto dei sindacati è che la manovra di Ferdermeccanica sia una mossa che punta a screditare il contratto nazionale a favore di quelli aziendali.

“Non è solo una questione di aumenti salariali – spiega Enrico Azzaro della Uilm – in gioco c’è la contrattazione sindacale come l’abbiamo conosciuta in questi ultimi 50 anni, si mette a rischio un contratto nazionale che pone sullo stesso piano lavoratori del nord e del sud, che consente anche alle aziende una leale concorrenza. Negli ultimi anni assistiamo anche alla mancata mediazione da parte del Governo e ad una pericolosa morsa tra esecutivo e Confindustria. Temiamo che , partendo dai metalmeccanici, lo stesso metodo venga utilizzato anche per altre categorie”.

Per questo anche i lavoratori lecchesi aderiranno allo sciopero nazionale indetto per il 20 aprile, durante il quale verranno svolti presidi all’esterno della Gilardoni Raggi X di Mandello, interessata dalle recenti proteste dei lavoratori, della Regina Catene di Cernusco e della Rodacciai di Bosisio.

“Si tratta di luoghi simbolo, la scelta della Gilardoni era già stata compiuta prima che la vicenda diventasse di pubblico dominio – precisa Giorgio Ciappesoni della Fim Cisl – il contratto dei metalmeccanici, che ha saputo dare stabilità sociale e una direzione allo sviluppo economico, non era mai stato messo così tanto in discussione come in questi anni”.