Successo per “L’artigiano del futuro”, griffato Giovani Confartigianato Lecco

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LECCO –  “L’artigiano del futuro”: questo il tema della serata di ieri, mercoledì 7 ottobre, al Palazzo delle Paure di Lecco. L’incontro, organizzato dal Gruppo Giovani di Confartigianato Imprese Lecco nell’ambito degli eventi per il Settantesimo di fondazione, è stato aperto dal presidente Daniele Riva, che ha sottolineato il ruolo dei giovani imprenditori come motore di idee e iniziative che costituiscono un costruttivo stimolo per tutta l’Associazione. Valentina Fusi, presidente del gruppo, ha ribadito come lo scambio sia reciproco, dal momento che il loro lavoro, pur proiettato decisamente verso il futuro, si basa sulla preziosa esperienza di chi è venuto prima di loro.

 

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Chiara Valsecchi e Flavio Bassani hanno poi presentato il “Manifesto dei nuovi artigiani del XXI secolo”, un documento elaborato a livello nazionale dai giovani imprenditori di Confartigianato con l’obiettivo di valorizzare la cultura artigiana all’epoca della rivoluzione digitale. In particolare, si è evidenziato il carattere peculiare dell’innovazione artigiana che – a differenza di quella industriale basata sull’automazione spinta dove l’uomo è spesso sostituito da robot – è incentrata sull’evoluzione e la riprogettazione degli strumenti. In sintesi, la visione artigiana del lavoro, legata alle persone, punta alla valorizzazione e al potenziamento del lavoratore, con tecnologie sempre più sofisticate, ma sempre guidate dell’insostituibile contributo umano.

La serata è proseguita con l’intervento dell’ingegner Andrea Vaccarella, che ha spiegato come il lavoro dell’artigiano venga oggi affiancato e influenzato dalle nuove tecnologie in ambito web, come nei casi dell’e-commerce, dei social network e delle App per condividere esperienze. Ha concluso la serata Angelo Bongio di Confartigianato Varese, illustrando le opportunità dell’attuale Rinascimento digitale e l’esperienza del Faberlab di Varese, dove la prototipazione 3D sta portando non solo opportunità tecnologiche e riduzioni dei costi, ma anche un cambiamento culturale, con inediti modelli di business e schemi organizzativi più flessibili.