Tubettificio: lavoratori in corteo, una newco per non fallire

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Il corteo dei lavoratori, a guidarlo i sindacalisti Diego Riva e Mauro Castelli (Fiom) e Giovanni Gianola (Fim)

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LECCO – Un piccolo corteo da Piazza della Stazione a Corso Matteotti, il tragitto dalla sede principale della Provincia agli uffici distaccati  che hanno ospitato il tavolo di confronto tra sindacati, impresa e istituzioni: qualche centinaio di metri che i lavoratori del Tubettificio Europeo hanno percorso con le bandiere in mano e tante preoccupazioni in testa. 

Nell’incontro di lunedì si decide infatti la sorte dell’impresa di Pescarenico e il loro futuro occupazionale. All’appuntamento, oltre ai rappresentanti sindacali e della Rsu, ha partecipato anche l’assessore comunale Riccardo Mariani, che si è fermato a colloquiare con i lavoratori, e il consigliere provinciale Giuseppe Scaccabarozzi, oltre ai commissari nominati dal tribunale.

 

Nessuna indiscrezione è trapelata prima dell’incontro. Gli stessi sindacalisti sono all’oscuro delle decisioni dei vertici aziendali e soprattutto se si sia palesato in queste settimane l’interesse di qualche imprenditore nel rilevare l’intera ditta o un ramo di attività.

I termini del concordato sono scaduti il 31 marzo e i lavoratori, in tutto circa 120 dipendenti, lunedì hanno indetto uno sciopero di otto ore per protestare e partecipare al presidio.

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Oltre due ore di incontro per i sindacalisti della Fiom, Diego Riva e Mauro Castelli, quello della Fim Cisl, Giovanni Gianola e i rappresentati dell’RSU che hanno ascoltato la soluzione trovata dall’azienda.

“La proposta – spiega Castelli – è un fallimento in proprio che dovrà avvenire entro il 20 di aprile con la creazione della nuova società Tubettificio Europeo srl che dovrà acquisire un ramo di attività e la metà dei dipendenti da subito, il 20% nei mesi successivi per riassorbirli tutti nel corso dell’anno”.

Questo quanto riferito dai vertici aziendali ai rappresentanti dei lavoratori che, a loro volta, hanno comunicato la situazione ai dipendenti in presidio.

“Se così fosse – prosegue Castelli – il problema più importante sarebbe quello di garantire la cassa straordinaria ai lavoratori che non verrebbero assunti nell’immediato. Ammortizzatore che oggi non esiste più per crisi aziendale ma che sarà possibile ottenere in caso di continuità dell’azienda, ad oggi però manca il decreto”.

La newco pare ora essere l’unica alternativa al fallimento. Il piano concordatario non è stato infatti presentato in tribunale e senza prosecuzione dell’attività o imprenditori interessati all’acquisto, il Tubettificio rischia inevitabilmente la chiusura.

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