Tute blu: sciopero e corteo ma i sindacati a Lecco si dividono

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Giorgio Ciappesoni (Fim Cisl) e Diego Riva (Fiom Cgil)

LECCO – Tute blu pronte alla mobilitazione: martedì 19 luglio è prevista una manifestazione a Lecco, con un corteo che, alle 9 del mattino, dalla sede di Cgil e Cisl si muoverà verso Confindustria Lecco, da via Besonda a via Caprera, in occasione dello sciopero di 8 ore indetto da Fiom Cgil e Fim Cisl.

Al centro della protesta il rinnovo del contratto collettivo nazionale, risalente al 2012 e scaduto a fine del 2015: “La discussione con Federmeccanica è rimasta ferma a novembre, quando è iniziato il confronto – spiegano Diego Riva, segretario provinciale della Fiom lecchese, e Giorgio Ciappesoni di Fim Cisl – in ballo non c’è solo l’aumento salariale che, così come proposto dall’associazione datoriale, si estenderebbe a solo il 5% dei metalmeccanici, tutti hanno ormai capito che la loro intenzione è quella di cancellare il contratto nazionale. Lo stesso Bocci, presidente di Confindustria, ha sposato la linea di Finmeccanica ed ha parlato di rinnovamento, di riscrivere il contratto nazionale in favore di una contrattazione aziendale. A rischio ci sono tutte quelle tutele che oggi offrono una garanzia ai lavoratori”.

 
Dall’inizio della mobilitazione sindacale, sono già 24 le ore di sciopero indette nel lecchese alle quali si aggiunge il blocco degli straordinari a partire dal mese di giugno: “Sappiamo che pesano in un momento di crisi come quello che ancora si vive sul territorio, nelle assemblee i lavoratori si sono detti però d’accordo con questo sciopero di 8 ore perché hanno capito la gravità della situazione – spiegano i sindacalisti – ed anche le aziende dovrebbero rendersi conto che non è strategico per loro mantenere questo atteggiamento, è necessario giungere ad un accordo che soddisfi tutti”.

 

Martedì quindi gli operai manifesteranno per le vie di Lecco ma alla protesta non parteciperanno i referenti della Uil: nonostante lo sciopero sia stato convocato in modo unitario in tutta Italia, nel capoluogo manzoniano non sarà così, tanto che la Uilm ha indetto per la giornata di oggi l’astensione dal lavoro per 4 ore.

 

Enrico Azzaro - Uilm
Enrico Azzaro – Uilm

“Ci dispiace, hanno preferito fare da soli per avere maggiore risonanza mediatica per la loro organizzazione, non capendo che c’è in gioco il contratto nazionale” ha commentato Riva. Quella che emerge tra i sindacati lecchesi è però una profonda spaccatura, contrasti alimentati dalle ultime vicende sindacali di casi come quelli del Tubettificio e Konig che hanno visto spesso distanti nelle posizioni i referenti di Fiom e Fim rispetto alla Uilm.
“Fiom e Fim hanno chiesto alle associazioni datoriali di non fare assemblee unitarie con noi e ora vorrebbero manifestare insieme solo perché dall’alto hanno avuto questa indicazione – denuncia Enrico Azzaro, segretario della Uilm – Non parteciperemo per coerenza nei confronti dei lavoratori, che senso ha essere divisi nelle fabbriche e magari uniti con le bandiere in mano al corteo?”.

La questione è anche legata alla durata dello sciopero, la Uilm che si è voluta attenere alla 4 ore proclamate a livello nazionale mentre le altre due organizzazioni sindacali hanno deciso di raddoppiarle portandole a otto. “E’ un periodo pre-feriale – prosegue Azzaro – le aziende hanno i magazzini pieni e già programmato le ferie dei loro lavoratori, quelle in difficoltà sono in cassa integrazione. Alla Rodacciai ha prevalso il buon senso tra i dipendenti e il 19 ci sarà sciopero, ma solo per quattro ore”.
“Serve coesione sul contratto nazionale – hanno sottolineato Riva e Ciappesoni – e più rispetto per la maggioranza che le nostre organizzazioni sindacali rappresentano, visto che Fiom e Fim hanno l’adesione del 90% dei lavoratori delle fabbriche, così come noi rispettiamo le minoranze. In questi anni ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo risolto tante problematiche, entrando nelle aziende con i lavoratori”.