Aerosol, in Tribunale rinviata la decisione sul fallimento

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L’azienda ha presentato nuova documentazione, il giudice rinvia al 23 ottobre

I sindacati: “Perso altro tempo che poteva essere utile ai lavoratori”

LECCO / VALMADRERA – Si dovrà attendere ancora qualche giorno prima di conoscere decisione del tribunale di Lecco sull’ipotesi di fallimento dell’Aerosol di Valmadrera: la società, nell’udienza di mercoledì, ha depositato nuova documentazione e il giudice ha rinviato le parti alla prossima udienza del 23 ottobre.

“E’ stata presentata una memoria da parte della società, con una serie di argomentazioni che dovranno essere valutate – ha spiegato il curatore fallimentare, – per questo il tribunale ha concesso ulteriore tempo per consentirci di esaminare le carte e presentare a nostra volta una memoria”.

L’obiettivo della proprietà, secondo quanto è stato possibile apprendere, è quello di riuscire ad omologare il concordato ed evitare il fallimento. Al palazzo di giustizia, insieme ai consulenti dell’azienda, si è presentato anche Giovanni Bartoli, amministratore unico di Aerosol.

Lo scorso dicembre, Aerosol aveva venduto il ramo farmaceutico dell’azienda alla Farmol, che nel frattempo ha assunto una decina di lavoratori, prevedendo complessivamente una trentina di assunzioni. Al momento però la nuova produzione non può partire perché attende ancora l’autorizzazione dell’Agenzia del farmaco.

Fallimento o concordato, per i lavoratori cambiano i tempi

Nel frattempo gli ex lavoratori di Aerosol,dopo essersi licenziati in massa a luglio dello scorso anno, attendono ancora il pagamento di almeno cinque mensilità arretrate, ferie, tredicesima e quattordicesima.

“La procedura che sarà decretata – concordato o fallimento – farà la differenza in termini non quantitativi, negli importi che i lavoratori potranno ottenere, ma in termini di tempo – spiegano Gabriele Viganò e Milva Caglio degli uffici vertenze di Cgil e Cisl – ma questo ulteriore rinvio differisce ancora una volta le possibilità dei lavoratori di recuperare i propri crediti”.

In caso di concordato, spiegano i sindacalisti, per quanto riguarda il Trf “potremmo fare domanda al fondo di riserva dell’Inps dopo 45 -60 giorni dall’omologazione della procedura. In caso di fallimento, dovremo attenere che venga fissata l’udienza di verifica del passivo, normalmente servono tre mesi, e attenderne altri due per fare domanda all’Inps”.

“Il paradosso – concludono i sindacalisti – che da un anno e mezzo ci sono già 2 milioni di euro derivanti dalla vendita del ramo di azienda ma, finché non sarà scelta la procedura, quei soldi non possono essere toccati e anche i lavoratori devono attendere”.