Dalle forbici allo sport. Carrot, l’attrezzo che mancava per la manutenzione dello sci

Tempo di lettura: 6 minuti
Carlo Codega, il papà Massimo, Luciano Acerboni (produttore delle scioline) e il fratello Ivan
Carlo Codega, il papà Massimo, Luciano Acerboni (produttore delle scioline) e il fratello Ivan

I fratelli Carlo e Ivan Codega si sono “inventati” un nuovo business

“Purtroppo il mercato delle forbici è inflazionato, si trattava di trovare una strada nuova”

PREMANA – Una storia lunga oltre 60 anni che prosegue e si rinnova. Carrot è una azienda giovane che ha saputo reinventarsi utilizzando nel migliore dei modi il prezioso carico di esperienza e competenze ricevuto in eredità. Oggi Carrot, costola dell’azienda Comax, ha il volto dei fratelli Carlo e Ivan Codega (rispettivamente 31 e 29 anni) a cui il padre Massimo ha ceduto il testimone dell’azienda fondata ufficialmente nel 1964 dal nonno Carlo.

Senza mai perdere di vista quella tradizione fatta di forbici e coltelli su cui Premana ha costruito la sua fortuna, i due fratelli hanno dato concretezza a un’intuizione del padre che ha pensato di mettere a disposizione dello sci il know-how acquisito nella produzione di forbici. La grande passione della famiglia Codega per gli sport invernali e la pratica dello sci alpino a livello agonistico hanno consentito di creare un attrezzo innovativo per la manutenzione degli sci.

La macchinetta affila lamine

Un attrezzo dalle dimensioni contenute e di facile utilizzo che consente di rifare velocemente le lamine agli sci. Carrot (il marchio ormai identifica l’attrezzo) è andata a colmare una lacuna nel settore della manutenzione dello sci e oggi è utilizzata da alcuni dei più importanti marchi oltre che da numerosi sci club. L’azienda esporta i propri prodotti in 20 Paesi nel mondo attraverso una rete di distributori.

“Abbiamo depositato il brevetto nel 2010 e da lì è cominciato tutto. La spinta per creare qualcosa di nuovo è arrivata dai nostri allenatori di sci – raccontano Carlo e Ivan -. Loro sapevano della nostra esperienza nel campo dell’affilatura di forbici e coltelli, allora ci hanno spinto a creare un utensile meccanizzato che potesse affilare le lamine degli sci. Il core business dell’azienda, la Comax, erano le forbici e nostro padre aveva pochissimo tempo per star dietro a una richiesta del genere, perciò ha cominciato con una progettazione seria solo nel 2008 e così, per dare una risposta a un’esigenza concreta, è nata Carrot”.

Proprio in quel periodo è entrato in azienda Carlo, il figlio maggiore, che si è tuffato nella nuova avventura imprenditoriale quando ancora sembrava poco più di un “gioco” poiché l’attività principale restavano le forbici. Oggi si può dire che la scommessa è stata vincente tanto che, proprio in questi mesi, l’azienda sta piano piano abbandonando le forbici, un mercato ormai inflazionato, per dedicarsi completamente alla realizzazione di prodotti che portino innovazione nel mondo dello sci alpino, sci nordico, ski cross, sci alpinismo e border cross.

Il percorso è stato lungo ma la ditta ha aumentato costantemente i volumi di macchine prodotti. Oggi, sul mercato, Carrot non si identifica solo con la macchinetta affila lamine, ma ha depositato il brevetto per una macchinetta togli fenolo, ha realizzato una affila spatole, nel 2018 ha acquisito una azienda di scioline e ha implementato il catalogo con tutti gli strumenti che servono per preparare uno sci: un catalogo ampio che conta ormai 150 articoli.

“A vederla sembra uno strumento semplice, ma dietro alla macchinetta affila lamine ci sono tantissime ore di progettazione. E’ composta da circa 40 pezzi ognuno dei quali, dall’origine, è stato modificato tantissime volte per cercare sempre un risultato migliore. Oggi vendiamo un prodotto stra-testato e siamo certi della sua bontà: è passato nelle mani di molte persone e ognuna ha dato il suo contributo per migliorarlo grazie all’esperienza sviluppata sul campo. Possiamo dire di essere leader ma, nonostante ciò, il progetto continua a evolversi grazie ai consigli di chi la utilizza quotidianamente e noi, forti di questo confronto, continuiamo ad apportare piccoli miglioramenti mirati”.

Dalle forbici l’azienda si è rinnovata guardando a un mercato di nicchia che però offre molte opportunità di crescita: “Noi vendiamo ai distributori all’estero, ai negozi d’Italia ma soprattutto agli sci club, quest’ultimo è un mercato molto importante che utilizza molto le nostre macchinette e ne apprezza facilità e velocità di utilizzo, basta una passata e lo sci è pronto per andare in pista. Poi abbiamo partnership commerciali con alcuni dei marchi più importanti del settore che operano in Coppa del Mondo”.

E proprio in Coppa del Mondo è molto apprezzata un’altra invenzione di Carrot, la macchinetta togli fenolo (il bordo laterale dello sci realizzato in materiale plastico), altra creazione made in Premana e pensata proprio dal padre di Carlo e Ivan: “Il togli fenolo è entrato in produzione nel 2018 ma la sua ideazione è addirittura precedente all’affila lamine. Il primo prototipo è rimasto chiuso in un cassetto dal 2003 fino al 2018. Poi, quando è entrato in azienda anche Ivan, ci siamo guardati in faccia e abbiamo deciso di metterci al lavoro per realizzare una macchinetta simile all’affila lamine. Ci siamo rivolti a Carlo Bellati, nostro partner storico da quando è nata Carrot, per lo sviluppo del prodotto e grazie alla sua collaborazione siamo arrivati a industrializzare anche questo prodotto”.

Oggi Carrot è produttore su piccola scala di elettroutensili e nel 2018 ha implementato il business con il settore scioline e gli accessori per preparare a mano gli sci. All’inizio, però, era difficile pensare a un simile successo: “Mi sono diplomato a luglio 2010 e dovevo decidere se fare sul serio – racconta Carlo –. In quel periodo stavo facendo anche il corso per maestri di sci ed era una delle primissime volte che affilavo gli sci con la nostra macchinetta. Avendo sciato una vita e avendo sempre fatto gare, ho subito capito che la cosa poteva funzionare. Il resto è una storia fatta di moltissime ore di progettazione (a ripensarci è impossibile fare una stima) e continui ritocchi per arrivare al risultato migliore. Oggi, sul mercato, siamo gli unici ad aver industrializzato il prodotto”.

Il cuore dell’azienda (ricerca, sviluppo e test) è a Premana. A vederla, la macchinetta affila lamine sembra un giocattolo: “Pochi si accorgono di quello che c’è dietro, ma l’occhio esperto di chi lavora il ferro o l’acciaio, ad esempio, vede subito che alcuni componenti sono stampati a caldo dal pieno, pezzi difficilissimi da fare che sono delle vere e proprie opere d’arte. Particolari che fanno la differenza. Nella macchinetta c’è un alto livello tecnologico ma questa è la diretta conseguenza della nostra volontà di non voler mai fermare lo sviluppo del prodotto per ricercare una qualità sempre maggiore”.

Carrot è la prosecuzione della storia che ha reso famosa Premana in tutto il mondo: “Qui c’è tutta l’esperienza di nostro padre e nostro nonno. La macchinetta è nata da una macchina che produce forbici – raccontano ancora Carlo e Ivan -. La macchinetta si affila bene e rispetta dei principi ben definiti dell’affilatura solo grazie al patrimonio di conoscenze ed esperienza che abbiamo ereditato”.

Alla solida tradizione, però, si sono uniti la capacità di due giovani imprenditori di guardare avanti e il coraggio di lanciarsi in una sfida nuova: “Purtroppo il mercato delle forbici è inflazionato, è un prodotto che ormai fanno tutti e subisce la concorrenza di altri produttori che sono avanzati a livello mondiale. Si trattava di trovare una strada nuova e, grazie all’esperienza nel campo delle forbici e alla passione per lo sci, ci siamo letteralmente creati un lavoro nuovo e molto particolare”.

carrot

Carrot (il nome del brand è la traduzione inglese di Carota, soprannome del padre) è una realtà che guarda al futuro. Ancora una volta stupisce la resilienza di una Premana attaccata al suo territorio, ma ancor di più sorprende quante risorse può nascondere una storia ultracentenaria fatta di ferro, magli, mole e fucine. L’innovazione è proprio questo: riuscire a vedere un progetto dove gli altri non vedono nulla per continuare a scrivere, pagina dopo pagina, il futuro della storia.