Voss Osnago, la proprietà diserta pure l’incontro in Regione. I sindacati: “In gioco la dignità di 70 persone”

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I sindacati ribadiscono l’urgenza di avviare trattative serie per delineare il futuro dei 70 dipendenti della Voss Osnago

Oggi la proprietà non ha partecipato all’audizione in Regione: “Andremo avanti con il presidio permanente”

OSNAGO – Accelerare i tempi per arrivare a un confronto serio con la proprietà. E difendere, in tutti i modi possibili e con tutte le risorse a disposizione, il diritto al lavoro e la dignità delle 70 persone coinvolte. Ruotano intorno a questi punti fondamentali le richieste ribadite ancora oggi, martedì, dai sindacalisti da settimane impegnati, insieme ai lavoratori, nella crisi della Voss di Osnago, l’azienda con sede in via Stoppani che la proprietà vorrebbe chiudere nel giro di poco.

I lavoratori, tutti attualmente in cassaintegrazione Covid, sono in presidio permanente da ormai due settimane e hanno raccolto, in questi giorni di freddo e neve, la solidarietà di tantissime persone.

Stamattina, al Pirellone, è stata convocato l’audizione delle parti coinvolte nella vicenda, ma la proprietà ha dato nuovamente forfait. Un comportamento stigmatizzato da più parti (vedi anche la netta presa di posizione del consigliere regionale Mauro Piazza) come ha ricordato la sindacalista Eliana Dell’Acqua: “A parte la presenza al primo incontro in Prefettura, giovedì 17 dicembre, la proprietà ha poi disertato ogni altra occasione di incontro e di confronto, dando seguito anzi a una serie di provocazioni nei confronti dei lavoratori culminati nell’investimento di un sindacalista. Anche stamattina, dopo aver prima subordinato la partecipazione all’audizione regionale al prelievo di materiale dall’azienda, l’avvocato incaricato di prendere parte alla seduta della commissione regionale ha comunicato all’ultimo di essere disponibile a partire dal 4 gennaio. Del resto, l’azienda ha sempre ribadito di voler chiudere l’attività senza impegnarsi per dare continuità all’impresa e neppure attivare gli ammortizzatori sociali per accompagnare la ricollocazione. Vorrebbero che tutti, entro marzo, alla scadenza del blocco sui licenziamenti, accettassero senza colpo ferire la risoluzione del contratto di lavoro. Una condizione inaccettabile”.

Proprio per trovare una soluzione che vada al di là dell’attuale muro contro muro, ieri la Fim nazionale ha inviato una lettera al sindacato tedesco Ig Metal chiedendo di perorare la causa dei lavoratori di Osnago presso la casa madre. “La Voss è una multinazionale dotata anche di una fondazione. Facciamo fatica a capire come il comportamento tenuto qui in Brianza possa conciliarsi con la missione sociale della Fondazione”.
Non a caso Mirco Scaccabarozzi, sempre della Fim Monza e Brianza, ha parlato di atteggiamenti, da parte dei rappresentanti della proprietà, che fanno parte di altre epoche, da squadristi: “Non si possono avere statuti e siti che millantano la solidarietà e qui si procede alla macelleria sociale”.

Il timore, confessato da Diego Riva della Cgil, è che quanto sta succedendo ai lavoratori della Voss possa diventare un destino molto comune a marzo una volta cessato il blocco ai licenziamenti imposto dall’emergenza Covid. “Questa è una vertenza che ha una dimensione nazionale. Dalla crisi del 2008 non ci si è più ripresi. E siamo qui per dire che va mantenuta la struttura produttiva a Osnago. Questi lavoratori che sono qui a presidiare giorno e notte da ormai due settimane vanno ringraziati perché rimarcano che certi comportamenti non possono essere tenuti. Dietro a ogni posto di lavoro ci sono infatti persone e la loro dignità”.

Un particolare ripreso con forza da Antonio Guzzi, della segreteria Fiom Cgil, che ha ribadito come “difendere il posto di lavoro non vuol dire essere dei violenti, né dei facinorosi. Staremo qui in presidio fino a che non troveremo un confronto vero. Le provocazioni a cui abbiamo assistito in questi giorni sono figlie della non volontà di discutere. Con le pregiudiziali non si va avanti. Noi ribadiamo che non vogliamo lasciare nessuno per strada, nessuno da solo e nessuno senza lavoro”.

Parole a cui sono seguite quelle di Alessandra Crippa, Rsu Fim Cisl e di Lorena Silvani, sindacalista della stessa sigla sindacale: “Chiediamo solo un posto di lavoro e ringraziamo per la tanta solidarietà che stiamo ricevendo in questi giorni da parte di tante persone”.
Stasera, i lavoratori della Voss si collegheranno alle 20 con il consiglio comunale di Osnago. “Vogliamo riuscire a coinvolgere sempre più istituzioni”.

Regione Lombardia ha già riconvocato l’audizione per il 7 gennaio con la speranza che la proprietà questa volta non diserti. “Anche la Provincia ci ha confermato la disponibilità a un nuovo confronto il 4 o 5 gennaio. Ribadiamo che le trattative si fanno al tavolo sindacale e non in sedi staccate. In ballo c’è il destino di 70 persone, per cui, qualora si andasse davvero per la chiusura dello stabilimento, va studiato un percorso di ricollocamento lavorativo che passa attraverso gli ammortizzatori sociali e non dei semplici incentivi alla buona uscita”.