Bergamo: scoperti 12 “finti poveri” , tra loro un imprenditore

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guardia di finanza (1)BERGAMO –  La Brigata della Guardia di Finanza di Costa Volpino ha scoperto, tra il 2015 e i primi mesi di quest’anno, 12 situazioni di indebita percezione di contributi sociali da parte di “finti poveri” che, in varie circostanze, hanno dichiarato il falso per usufruire gratuitamente dei servizi scolastici, per ottenere assegni per il nucleo familiare con tre minori o assegni di maternità e per ricevere assistenza dal fondo sostegno affitti.

Si va dall’imprenditore, al lavoratore autonomo, all’impiegato, ma il caso più eclatante scoperto dalle Fiamme Gialle è quello del titolare di un’impresa completamente sconosciuta al fisco, operante nel settore della messa in opera di serramenti ed infissi, che oltre a non presentare le dichiarazioni dei redditi e non pagare le imposte (su guadagni che, per l’anno sottoposto a controllo da parte dei finanzieri, ammontano a oltre 200.000 euro), ha pensato bene di rivolgersi ad un comune dell’Alto Sebino autocertificando una situazione economica tale da vedersi erogati assegni mensili per il nucleo familiare con tre figli minori per 1.833,26 euro.

Analogamente aveva fatto due anni prima quando, “dimenticandosi” di inserire nella “Dichiarazione Sostitutiva Unica” (documento che autocertifica la posizione reddituale e patrimoniale familiare del soggetto che chiede prestazioni sociali agevolate) la proprietà di un appartamento intestato alla figlia minore ed il patrimonio netto della propria impresa, aveva beneficiato di analogo contributo.

L’imprenditore, oltre ad essere stato denunciato alla Procura della Repubblica di Bergamo per il reato di omessa dichiarazione di ricavi derivanti dalla propria attività, non dichiarata e per la distruzione e l’occultamento delle scritture contabili obbligatorie (che aveva ben pensato di far sparire, al fine di celarsi al fisco), è stato anche segnalato agli organi competenti per i rilievi legati all’”uso di atto falso” e “indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato”, al fine del recupero dei contributi indebitamente percepiti. Il servizio eseguito si inserisce tra quelli che il Corpo svolge nell’ambito della spesa pubblica, a tutela del bilancio dello Stato e degli Enti Regionali e Locali, volti a controllare che gli “aiuti” elargiti da questi ultimi siano percepiti da persone che ne hanno effettivamente diritto, versando in condizioni di disagio economico.