Coronavirus. Il lockdown non manda in crisi il mercato della droga

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L’assessore regionale De Corato chiede rinforzi al Viminale

“E’ necessario che si rafforzi l’organico di carabinieri, poliziotti e finanzieri, come da mesi stiamo chiedendo al Ministro Lamorgese”

MILANO – Se c’è un mercato che non è andato in crisi nonostante il lockdown è il mercato della droga. A confermarlo è l’assessore regionale alla Sicurezza, all’Immigrazione e alla Polizia locale Riccardo De Corato.

“Le chiusure imposte dal Coronavirus non hanno certo mandato in crisi il mercato della droga – dichiara l’assessore – nella Città metropolitana di Milano, una delle principali piazze europee per lo smistamento e il consumo di stupefacenti, lo spaccio prosegue senza sosta, come ci mostra la cronaca quotidiana”.

De Corato sottolinea: “I Carabinieri hanno arrestato ieri due marocchini in una fabbrica dismessa di Pioltello, usata per preparare le dosi di cocaina; la Polizia ha fermato un tunisino, che ha così raggiunto il suo settimo arresto per spaccio di droga dal 2009”.

Mentre a Lecco, sono notizie di oggi, la denuncia della Polizia di Stato di un italiano di 25 anni per droga e l’arresto da parte dei Carabinieri di un 30enne originario del Marocco sempre per spaccio.

“I pusher – prosegue l’assessore regionale – stanno approfittando del fatto che le Forze dell’ordine sono impegnate nei controlli per evitare il contagio da Covid-19. Agli agenti in servizio, che stanno già facendo l’impossibile per presidiare la sicurezza e l’ordine non si può chiedere di più: è necessario che si rafforzi l’organico di carabinieri, poliziotti e finanzieri, come da mesi stiamo chiedendo al Ministro Luciana Lamorgese, che dovrebbe conoscere bene la situazione non più sostenibile in cui versa il territorio milanese, visto che ne è stata Prefetto”.

“Perché a Roma lo scorso inverno sono stati inviati 500 agenti e a Milano ancora nessuno? – si chiede il titolare della delega alla Sicurezza in Giunta regionale che conclude -Il Viminale continua a sottoutilizzare l’esercito, lasciato nelle caserme: basti pensare che per tutto il territorio lombardo sono state destinate solo 114 unità militari. Eppure, i soldati – dotati di nomina di pubblico ufficiale – stanno dimostrando la loro utilità per la sicurezza affiancando le forze dell’ordine, come nel caso dell’arresto di Pioltello”.