False aste immobiliari e mobiliari, in carcere due persone

Tempo di lettura: 2 minuti
guardia di finanza (2)

I proventi della truffa versati su conti correnti accesi presso una banca tedesca ed intestati ad un noto exchanger in cripto-valute statunitense

L’operazione è stata finalizzata dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano e dai poliziotti del Compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni della Lombardia

 

MILANO – Sono stati arrestati con l’accusa di truffa pluriaggravata, indebito utilizzo e falsificazione di carte di credito e di pagamento ed auto-riciclaggio.

A finire nei guai sono state due persone finite in carcere su ordinanza della Procura della Repubblica di Milano – Procuratore Aggiunto Dott. Eugenio Fusco e Sostituto Procuratore Dott. Carlo Scalas.

A far scattare l’operazione sono stati i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano ed i poliziotti del Compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni della Lombardia.

Uno dei due soggetti colpiti da misure cautelari personali, eseguite congiuntamente a mirate perquisizioni con l’ausilio dei finanzieri di Udine e Campobasso, è anche destinatario di un decreto di sequestro preventivo su beni e disponibilità per circa 100 mila euro.

L’arresto giunge al termine di articolate indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Milano e dal Compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni della Lombardia, che hanno consentito di individuare gli autori di ripetute truffe perpetrate ai danni di ignari cittadini mediante false aste immobiliari e mobiliari.

A tal fine gli indagati avevano creato domini web e indirizzi di posta elettronica, in cui richiamavano inesistenti studi legali, impiegando inoltre documentazione falsa, riportante i nominativi di magistrati effettivamente in servizio.
Inoltre avevano attivato e intestato false utenze telefoniche, ed aperto conti correnti a nome di persone ignare presso banche online nazionali ed estere; tali rapporti bancari sono stati utilizzati per ricevere bonifici dalle persone offese, convinte di versare somme a titolo di caparra per l’acquisto di immobili e autovetture.

I proventi della truffa venivano successivamente dirottati verso conti correnti accesi presso una banca tedesca ed intestati ad un noto exchanger in cripto-valute statunitense, integrando in tal modo anche il delitto di auto-riciclaggio.

La tempestività dell’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano ha consentito di disvelare il suddetto sistema fraudolento e di recuperare il denaro sottratto dagli indagati.