Finanza. Nel Comasco controlli contro il lavoro nero e sulle misure anti-covid

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COMO – Nella serata di sabato 4 e nella mattinata di domenica 5 dicembre, i Carabinieri, la Guardia di Finanza e l’Ispettorato Territoriale del Lavoro – sede di Como hanno svolto un servizio di controllo volto a contrastare il fenomeno del lavoro “nero”, ad accertare le condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro nonché l’attuazione delle misure anti Covid-19.

L’attività voleva perseguire due obiettivi: da un lato arginare la diffusione dell’illegalità e dell’abusivismo, a tutela delle imprese e dei professionisti che operano nella piena e completa osservanza della legge, dall’altro tutelare la parte più debole in un rapporto di lavoro, ovvero i lavoratori.

A Como, fermo restando il principio di presunzione di innocenza degli indagati, sono state contestate 16 violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro ad una pasticceria. Una ditta di installazioni di luminarie natalizie con sede nel milanese, invece, è stata sorpresa nella centrale via Natta, mentre impiegava tre lavoratori, uno dei quali in nero, intenti a montare gli addobbi ad oltre 4 metri di altezza, sprovvisti di idonee attrezzature per evitare possibili cadute dall’alto. È stata così disposta l’immediata sospensione dell’attività.

Invece, ad un’enoteca dove era in corso una degustazione con la presenza di clienti in un
numero quattro volte superiore a quello consentito, è stata comminata una sanzione di 1.000 euro e disposta la chiusura per un giorno per violazioni sulle misure di contenimento del Covid-19.

Nel contempo, nella zona del canturino, sono stati scoperti 2 lavoratori in “nero”, uno di nazionalità cinese, l’altro del Bangladesh. Il primo prestava la propria opera presso un
parrucchiere, mentre l’altro presso un autolavaggio. L’Ispettorato Territoriale del Lavoro, a seguito del controllo, ha disposto la sospensione dell’attività nei confronti del parrucchiere, in quanto, i lavoratori in nero accertati superavano la soglia del 10% della totalità dei lavoratori impiegati.

Nel corso dei controlli, sono stati inoltre verificati i “green pass” resi obbligatori a
partire dallo scorso 6 agosto, per poter usufruire di taluni servizi all’interno di attività commerciali, quali bar e ristoranti al chiuso. Poiché sprovvisti del “certificato verde”, sono
stati sanzionati, nel comune di Tavernerio, un lavoratore di nazionalità pakistana di un
esercizio commerciale, mentre a Ponte Lambro un cliente di nazionalità senegalese. Al datore di lavoro cinese e all’esercente pakistano è stata contestata l’omessa vigilanza sulla validità del certificato.