Società con sede all’estero non dichiara 1,4 mln di ricavi

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10459_11VARESE – Nell’ambito delle misure tese a contrastare le pratiche elusive volte al trasferimento di base imponibile verso Paesi con regime fiscale privilegiato, la Compagnia della Guardia di Finanza di Luino ha concluso una verifica fiscale nei confronti di una società di capitali, con sede di fatto in Germignaga, esercente l’attività di costruzioni di edifici residenziali, che controllava una propria succursale (entità economica estera che esercita un’attività analoga a quella dell’impresa principale), società di diritto estero è che dipende giuridicamente dalla sede principale.

L’attività di servizio ha preso il via sia dall’attività di analisi di rischio effettuata nei confronti di una platea di soggetti connotati dai più elevati profili di evasione Internazionale – come quelli con partecipazioni di controllo in società ubicate in Paesi a fiscalità privilegiata, per le quali sarebbe stata omessa la tassazione per “trasparenza” in capo al soggetto controllante – sia dall’attività d’intelligence, basata sul controllo del territorio, mediante appostamenti e pedinamenti e sull’incrocio di dati e notizie ricavabili dalle banche dati in uso alla Guardia di Finanza.

Tale attività, in corso da tempo, avrebbe permesso di individuare una società di capitali italiana che svolgeva la sua opera lavorativa in Svizzera, mediante la succursale controllata, impiegando manodopera e mezzi direttamente dall’Italia.

Tale attività d’intelligence ha trovato ulteriormente conferma nel mese di novembre 2014, quando il capannone della società in Italia è stato inondato dalle acque del fiume Margorabbia ed i Finanzieri oltre a trarre, in primis, in salvo 17 persone dimoranti in modo abusivo all’interno del capannone industriale (risultati essere tutti dipendenti della società), hanno acquisito tutta la copiosa documentazione, al fine di evitare che venisse distrutta o occultata, ed hanno rilevato i beni mobili ivi presenti riconducibili alla società operante nel campo dell’edilizia.

Dall’attività di servizio è emerso che la società, amministrata di fatto da P.V. di anni 49, avrebbe posto, negli anni, condotte fiscalmente evasive; in particolare, non ha provveduto alla presentazione della dichiarazione dei redditi dall’anno 2013 al 2014 ed ha presentato una dichiarazione infedele per gli anni 2011 e 2012, omettendo così di dichiarare sia i redditi prodotti in Italia che quelli prodotti in Svizzera sulla base della normativa sulle C.F.C. (Controlled Foreign Company), finalizzata proprio a contrastare le pratiche elusive volte al trasferimento di base imponibile verso Paesi con regime fiscale privilegiato.
L’esame della voluminosa documentazione fiscale rinvenuta e l’esito delle indagini bancarie eseguite dai Finanzieri avrebbero permesso di constatare elementi positivi di reddito sottratti a tassazione per un importo di circa 1.400.000 euro e IVA dovuta all’Erario per un importo pari ad 180.000 euro.

Per la condotta posta in essere da P.V. è stata notiziata la competente Procura della Repubblica per l’ipotesi di reato di cui all’art. 5 (Omessa dichiarazione) del D.Lgs. 74/2000. Sono al vaglio delle Fiamme Gialle le procedure volte all’applicazione delle misure per l’aggressione patrimoniale afferenti i beni immobili ed il patrimonio illecitamente costituito dalla società verificata al fine di garantire le pretese erariali.

L’operazione posta in essere dalla Guardia di Finanza si inserisce nel costante contrasto alle forme illecite più gravi e maggiormente lesive per l’Erario in materia di evasione fiscale internazionale, dove l’analisi di rischio, l’utilizzo delle banche dati, l’intelligence e la cooperazione internazionale risultano essere strumenti di assoluta importanza per l’individuazione degli obiettivi operativi e la ricostruzione dei flussi finanziari verso l’estero.