Sondrio. La sua bimba muore, madre (straniera) si dispera in ospedale e viene insultata

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Le urla di disperazione di una madre hanno attirato solo commenti di scherno e insulti

Ci scrive l’ex sindaco Alcide Molteni: “Possibile che questo possa accadere nella mia Sondrio?”

SONDRIO – Un episodio, ripreso dalla stampa locale e nazionale, che sta facendo discutere tutta Italia e successo all’ospedale di Sondrio: una giovane madre straniera, si dispera nei locali del nosocomio, le sue urla sofferenti non attirano la solidarietà delle persone in sala d’attesa ma solo scherno e ironia. “Sarà un rito tribale o satanico” dice qualcuno, una “tradizione africana”, qualcuno la insulta (“scimmia”).

Anche quando si saprà che quella giovane donna piange disperata per aver perso la propria bambina, morta a soli 5 mesi, c’è chi avrebbe detto “tanto ne sfornano uno all’anno”.

Su quanto accaduto ha voluto esprimersi con una lettera, inviata anche alla nostra redazione, l’ex sindaco di Sondrio Alcide Molteni, per quattro volte primo cittadino del capoluogo valtellinese:

Nella nostra comunità è morta una bambina di soli 5 mesi.

La mamma, portandola al pronto soccorso dell’ospedale cittadino, ha sperato che lì la sua bimba potesse continuare la vita appena iniziata. Gli operatori hanno fatto il possibile, e sono certo l’impossibile, per strappare alla morte la piccola, ma purtroppo questo non è stato possibile. La speranza di questa giovane madre è stata sostituita dal dolore più profondo.

La morte arriva così improvvisa, a volte, che ci coglie impreparati e le nostre reazioni sono diverse. Si passa da chi si chiude in un silenzio ad altri che esternano la disperazione con manifestazioni più evidenti, ma altrettanto normali. La disperazione è disperazione.

E se tutti i luoghi della comunità sono sede dei sentimenti che la cementano, un Pronto Soccorso diventa “il luogo” dove la sofferenza unisce tutti. Un luogo dove il ricco attende il suo turno, il meno fortunato viene visto in base all’urgenza della patologia, il dolore e la guarigione sono condivisi; un luogo dove dovrebbe modellarsi una comunità più cementata, appunto, dalla necessità e speranza di ritornare a stare bene.

Eppure qualche cosa accade: il dolore gridato di una madre anziché scatenare un abbraccio di tutti nei suoi confronti, un abbraccio che aiuti la disperazione di un membro della comunità, viene percepito come un disturbo.

La comunità così si sfalda, annegando nell’egoismo più incomprensibile: dove la “mia” unghia incarnita dell’alluce bianco diventa per me un problema più importante che la disperazione di una madre per il figlio morto.

Non ho dormito questa notte, la testa me lo ha impedito: possibile che questo possa accadere nella mia Sondrio? Eppure è accaduto che la povertà di sentimenti abbia minato il cuore di coloro i quali anziché abbracciare hanno inveito, hanno offeso la disperazione di una madre davanti alla morte del figlio.

Sono triste. Certo mi sono dimenticato di dire che questa mamma ha un colore della pelle nero, ma mica sarà questo che ha portato a questi comportamenti?”

Ex ex ex ex Sindaco di Sondrio
Alcide Molteni