Tangenti ai funzionari dell’Agenzia delle Entrate: cinque arresti a Como

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In carcere l’ex direttore dell’agenzia di Como, un funzionario e due commercialisti

Imprenditore agli arresti domiciliari

COMO – Corruzione e rivelazione di segreti di ufficio sono i reati che la Guardia di Finanza contesta agli indagati di un’inchiesta che vede coinvolti funzionari pubblici e professionisti comaschi.

I finanzieri lunedì hanno arrestato e accompagnato in carcere Roberto Leoni, ex direttore provinciale dell’agenzia dell’entrate di Como (oggi in servizio a Varese, in passato anche direttore a Lecco) e un dirigente ex ‘capo team’ dell’ufficio legale della stessa agenzia comasca (attualmente capo area dell’ufficio legale dell’Agenzia delle Entrate di Pavia). In carcere anche i titolari, padre e figlio, dello studio di commercialista Pennestrì di Como mentre è agli arresti domiciliari l’imprenditore titolare della Tintoria Butti, azienda con sede nel capoluogo lariano.

Soldi per risolvere la controversia con il Fisco

Quest’ultimo, spiegano le Fiamme Gialle, “quale corruttore, per il tramite dei titolari del citato studio commercialista, ideatori dello schema corruttivo, prometteva ed in parte corrispondeva somme di denaro non inferiori a 2.000 euro al capo team dell’ufficio legale della Agenzia delle Entrate” che era delegato a rappresentare l’Agenzia all’udienza della controversia tra l’ente e l’azienda comasca “affinché detto funzionario omettesse di rilevare le ragioni a fondamento della pretesa erariale e tenesse un atteggiamento non contrario alle argomentazioni difensive proposte dalla ricorrente per favorire l’accoglimento del ricorso” presentato dall’azienda.

Rivelate le liste dei contribuenti sotto verifica

“In altre circostanze – proseguono i finanzieri – i due titolari dello studio commercialista, quali corruttori, promettevano ed in parte corrispondevano somme di denaro non quantificate nel loro esatto ammontare all’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate di Como e al citato capo team dell’ufficio legale della Agenzia delle Entrate di Como” affinché quest’ultimo i rivelasse “soggetti (persone fisiche e giuridiche) inseriti nelle liste dei contribuenti da verificare da parte dell’Agenzia delle Entrate di Como nel corso del 2019” e per l’ottenimento di “indebite riduzione del debito erariale dovuto a titolo di imposte, sanzioni ed interessi dai contribuenti da varie aziende e studi professionali”.

“I due professionisti – spiegano ancora le fiamme gialle – utilizzavano le informazioni illecitamente ricevute comunicando successivamente ad un imprenditore, in base alle informazioni indebitamente ricevute, l’imminente avvio di una verifica fiscale nei confronti della SRL da questi amministrata”.