Violano la quarantena per una… pizza. Multati clienti e pizzaiolo

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CENTRO VALLE INTELVI – Stretta nei controlli da parte della Compagnia della Guardia di Finanza di Menaggio su tutto il territorio del medio e dell’alto Lario nell’ambito dei servizi finalizzati a contenere la diffusione del contagio da COVID-19 e a garantire il rispetto delle stringenti disposizioni impartite dal Governo nonché dalla Regione Lombardia.

Dall’inizio dell’emergenza, sono state oltre 30 le violazioni riscontrate dai Finanzieri di Menaggio nei confronti di chi, senza giustificato motivo, ha preferito allontanarsi dal proprio comune di residenza piuttosto che rimanere a casa al riparo dal pericolo di contagio.

Numerose le violazioni riscontrate negli ultimi giorni, in particolare nei comuni di Gravedona ed Uniti, Porlezza, Musso, Domaso, Menaggio e Centro Valle Intelvi.

“Sono qui per acquistare una pizza da asporto”, è stata la giustificazione fornita da tre abitanti di Centro Valle Intelvi recatisi nella pizzeria del paese anziché attenersi alle norme vigenti che prevedono la sospensione anche delle attività di somministrazione di alimenti e bevande, consentendo solo il servizio di consegna a domicilio.

I militari hanno assistito, in diretta, alla consegna delle pizze all’interno del locale da parte del titolare a due clienti mentre il terzo era in attesa del proprio turno.

Una “leggerezza” che è costata cara ai tre avventori a cui sono state immediatamente contestate sanzioni amministrative per un importo pari a 400 euro. È andata male anche al titolare della pizzeria, il quale, oltre ad essere stato sanzionato amministrativamente, rischia la chiusura provvisoria dell’attività fino a 30 giorni.

“Il campionario delle giustificazioni addotte per eludere i divieti non si esaurisce di certo qui – spiegano dalla Finanza – si va da chi ha dichiarato di essersi allontanato dalla propria abitazione per scambiare due chiacchiere con un amico, passando per chi si è spostato dalla propria residenza per andare a festeggiare un compleanno, sino ad arrivare a chi, proveniente da un comune al di fuori della provincia di Como, era in giro con l’intento di acquistare un’auto”.