La storia di Tamara: “Vaccinata perché sono insegnante e non per la mia malattia”

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La lettera dell’insegnante lecchese affetta da sclerosi multipla

“Il mio pensiero va a tutte quelle persone a rischio, ritenute fragili, che conosco e che svolgono un altro lavoro”

LECCO – Riceviamo e pubblichiamo la storia di Tamara Fumagalli, un’insegnante affetta da sclerosi multipla. La lecchese ha voluto condividere il proprio sconcerto per la modalità con cui avrà accesso al vaccino, non per la sua malattia ma per la sua professione.

“Ho 43 anni e vivo in provincia di Lecco.
Ho scritto poco meno di ventiquattro ore fa per segnalare lo sconcerto del fatto che nonostante io sia ritenuta un soggetto fragile, poiché affetta da sclerosi multipla, immunodepressa e con un deficit respiratorio di grado severo, e sia anche un’insegnante, non fossi ancora stata chiamata per il vaccino in nessuna delle due categorie.
La volontà di voler avere un vaccino in tempi brevi risiede nel fatto che il medico del lavoro mi ha costretta in Smart Working finché non sarò vaccinata. La ripercussione dal mio lavoro da casa viene percepita innanzitutto dai miei alunni, che si vedono deprivati dell’importante contatto in presenza fondamentale per l’apprendimento.
Secondariamente, si è richiesto all’istituto scolastico di convogliare importanti risorse educative a vigilare nelle mie classi mentre io svolgo lezione a distanza, mettendo così a repentaglio le ore di supplenza e sacrificando le importanti ore a livello educativo didattico di compresenza, essendo il personale scolastico già ridotto all’osso.
Ma sempre ieri, proprio poche ore dopo le mie rimostranze, sono stata messa a tacere grazie all’imminente apertura del portale di iscrizione vaccinale per insegnanti. Ovviamente mi sono subito iscritta, pur sapendo che AstraZeneca non è il primo vaccino consigliato per me.
Non posso che essere sincera nel dire che sono contenta di poter essere vaccinata, ma mi sentirei ipocrita a ritenermi soddisfatta. Essendo prima che una lavoratrice una persona fragile, mi domando dove sia la tutela dei soggetti fragili. Per diritto mi spetterebbe il vaccino Pfizer, ma per fortuna potrò sicuramente avere AstraZeneca: non avrei mai pensato di dover ringraziare la mia professione per avere garantito un diritto umano. La mia indignazione consiste nel fatto che io mi sento in colpa per riuscire a usufruire almeno di un vaccino, rispetto ad altre persone fragili che, non essendo insegnanti, non potranno usufruire nemmeno di uno. La mia amarezza risiede proprio nel constatare che è unicamente grazie alla categoria lavorativa cui appartengo, e non alla condizione di salute che mi contraddistingue, se potrò avere riconosciuto un accesso prioritario a un vaccino che tuteli proprio quella condizione di salute. Il mio pensiero va inesorabilmente a tutte quelle persone a rischio, ritenute fragili, che conosco e che svolgono un altro lavoro. Loro stanno ancora aspettando l’accesso a un portale che ancora non è aperto… forse bisognerebbe proprio andare in un’altra dimensione per avere un simile portale.
Vi ringrazio di nuovo per avermi ascoltata, mi rendo conto di essere ridondante, ma non mi sembra corretto smettere di far sentire la mia voce solo perché per un motivo, che non è quello reale, io verrò vaccinata. E soprattutto, se per caso quando mi chiameranno si renderanno conto della mia situazione di salute e decideranno di somministrarmi non il vaccino AstraZeneca ma un altro, il mio pensiero non cambierà. Certamente: avrò potuto avere accesso a quella tipologia di vaccino solamente perché diciotto anni fa ho deciso di intraprendere una determinata carriera lavorativa…
Potete concedere una battuta ironica? Effettivamente gli insegnanti sono i soliti raccomandati…”

Cordialmente
Tamara Fumagalli