“L’Aler non può stare in quarantena”: la lettera dopo l’incendio delle case popolari

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Le fiamme dell'incendio del 25 marzo scorso in via alla Rovinata

LECCO – Riceviamo e pubblichiamo una nota in merito all’incendio che lo scorso 25 marzo ha costretto lo sfollamento di alcuni appartamenti dell’Aler in via alla Rovinata. Anche una famiglia con un bambino piccolo sarebbe ancora senza casa. 

“In questo periodo così drammatico per l’Italia e per ognuno di noi vorrei portare all’attenzione della cittadinanza di Lecco e delle istituzioni locali una difficile storia di sofferenza di alcune famiglie lecchesi che sembra inesorabilmente testimoniare la tragicità del detto popolare: “piove sul bagnato”.
Nella notte di mercoledì 25 marzo, in piena pandemia da COVID-19, alcune famiglie che abitavano in Via alla Rovinata 41 negli appartamenti popolari dell’Aler, si sono trovate, nello spazio di 2 ore, ad aver perso la loro casa. Un incendio, partito dal sottotetto, ha in una notte disegnato il terrore sui loro visi e dipinto i loro occhi di paura, paura di dover rimanere per strada, paura del contagio, paura di morire. Dopo che i Vigili del fuoco
di Lecco con grande coraggio, esperienza e professionalità hanno domato l’incendio si sono cominciati a fare i conti. I conti di chi è rimasto senza casa e non ha più nulla, non ha le risorse economiche per garantirsi un “dignitoso” ricovero temporaneo ed è lasciato alla mercè della burocrazia. Ad alcune di queste famiglie è stato proposto il soggiorno in camerata comune, senza nemmeno dei tamponi preliminari per verificare se qualcuno di loro fosse infetto, presso la struttura CasAmica.
Una famiglia, composta da quattro persone, di cui un bimbo di 5 anni, è stata ospitata temporaneamente in un piccolo spazio presso l’abitazione privata di una cittadina lecchese di buon cuore. Spazio questo purtroppo troppo piccolo per quattro persone, troppo freddo e non adatto soprattutto ad un bimbo così piccolo per altro affetto da un grave ritardo cognitivo, già terrorizzato dal fuoco e frastornato dagli eventi.
Essendo io già in contatto da tempo con questa famiglia, che da qualche anno cerco di aiutare per quanto mi è possibile, non sono potuto stare fermo. Ho deciso quindi, nonostante io abiti a Milano e non possa muovermi a Lecco per via delle restrizioni sanitarie, di ricercare una sistemazione più consona e dignitosa per
questa famiglia, visto che né l’Aler né i servizi sociali sono stati in grado di offrire una sistemazione temporanea sicura e adeguata alle necessità di questa famiglia.
Faccio presente che, nonostante le rassicurazioni di un’assistente sociale che segue direttamente questa famiglia, ad oggi non ho più saputo nulla, né delle tempistiche di ripristino degli appartamenti in Via alla Rovinata 41, né in merito a una sistemazione temporanea di queste famiglie. Inspiegabilmente il telefono cellulare dell’assistente sociale suona sempre libero o la mia chiamata viene respinta.
Oggi, grazie al buon cuore di una cittadina lecchese che ha messo a disposizione un suo appartamento, questa famiglia può avere un tetto sopra la testa.
Tuttavia le mie disponibilità economiche sono limitate e non so ancora per quanto tempo potrò sostenere le spese per questa sistemazione. I giorni passano e nessuno si muove, nessuno ci fa sapere niente. L’Aler e i servizi sociali sembrano entrati anche loro in “quarantena”. Ma non possiamo accettare questa quarantena delle istituzioni. Per questo motivo, grazie allo spazio che mi offre questa testata e che ringrazio di cuore, voglio rivolgere il mio accorato appello al Comune di Lecco, al signor Sindaco Virginio Brivio e soprattutto all’Aler, affinché tutti prendano coscienza della gravità di questa situazione, già drammatica di suo, ma ulteriormente amplificata dalla grave pandemia che sta affliggendo in questi mesi il mondo intero. Il mio appello è all’umanità: possa questa situazione di pandemia aiutare le persone a comprendere che non è umano lasciare delle famiglie sole in un momento come questo, dove un nemico invisibile è sempre in
agguato per mietere nuove vittime. Grazie di cuore a chi ascolterà il mio appello e potrà accelerare la sistemazione di queste persone presso un nuovo alloggio dell’Aler, in attesa che gli appartamenti di Via alla Rovinata 41 vengano ristrutturati e dichiarati nuovamente agibili”.

Federico Scotti