Lettera. Dal mercato alla desolazione: cosa sta succedendo al Lavello?

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CALOLZIOCORTE – Riceviamo e pubblichiamo uno scritto di Valeria Bianco. Appartenente al gruppo civico Cambia Calolzio, ha voluto rendere pubblica la sua riflessione personale nella speranza che possa rappresentare uno spunto di confronto tra i cittadini e con l’amministrazione.

“Dal mercato alla desolazione: cosa sta succedendo al Lavello?
La devastazione perpetrata nell’area adiacente al Santuario di Santa Maria al Lavello a Calolziocorte è un affronto intollerabile al nostro patrimonio storico, ambientale e turistico.
In un paese di appena 14.000 abitanti, l’amministrazione ha deciso di radere al suolo un prato verde, abbattendo alberi maturi, per far spazio a un parcheggio che, a progetto non ancora ultimato, già si preannuncia come un deserto di cemento, pronto a trasformarsi in una fornace durante l’estate.
Non paghi di questo scempio, negli ultimi giorni sono stati abbattuti sei maestosi platani con la scusa che uno di essi fosse malato. Tutto ciò con il placet delle autorità competenti, che dimostrano una sconcertante indifferenza verso la tutela del nostro patrimonio naturale e culturale.
E pensare che questa è un’area con vocazione turistica: un luogo che dovrebbe accogliere i visitatori con bellezza e armonia, si sta invece trasformando in un paesaggio desolato, privo di ombra e di verde. Che biglietto da visita offriamo ai turisti? Un parcheggio rovente e anonimo al posto di un’area rigogliosa?
Sebbene la Legge 14 gennaio 2013, n. 10, “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, preveda l’obbligo per i comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti di piantare un albero per ogni neonato, ciò non esonera le amministrazioni più piccole dal rispettare e valorizzare il verde pubblico. Anzi, in comunità di dimensioni ridotte, ogni albero ha un valore inestimabile per la qualità della vita dei cittadini.
Esistono numerose buone pratiche per la realizzazione di parcheggi sostenibili che integrano spazi verdi, utilizzano materiali permeabili e promuovono la biodiversità. Ad esempio, l’uso di pavimentazioni drenanti consente l’assorbimento dell’acqua piovana, riducendo il rischio di allagamenti e favorendo la ricarica delle falde acquifere. Inoltre, l’integrazione di alberature nei parcheggi contribuisce a mitigare l’effetto “isola di calore” tipico delle superfici asfaltate (terrasolida.it).
Il progetto è ancora in corso e non conosciamo l’esito finale, ma è lecito temere che l’area rimanga spoglia e vulnerabile alla calura estiva, trasformando un luogo di valore storico in un’ennesima distesa di cemento.
È inaccettabile che, in un’epoca in cui la sostenibilità e la tutela dell’ambiente dovrebbero essere al centro delle politiche urbanistiche, si assista a tali atti di vandalismo istituzionale. La comunità deve insorgere contro questa miopia amministrativa e pretendere progetti che rispettino e valorizzino il nostro patrimonio naturale e storico.
Non possiamo più tollerare che decisioni così devastanti vengano prese senza una visione a lungo termine e senza il coinvolgimento dei cittadini”.