Lettera. “Genesi di uno scatto fortunato” di Mauro Lanfranchi

Tempo di lettura: 2 minuti

LECCO – Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata alla nostra redazione dal fotografo Mauro Lanfranchi, a seguito del successo della sua meravigliosa scattata dalla cima del San Martino, che abbiamo pubblicato venerdì.

“GENESI DI UNO “SCATTO FORTUNATO”

“Inizio subito col dire che non sempre è un caso fortuito ottenere una buona immagine. Già dal giorno prima, avevo seguito con attenzione l’evolversi delle previsioni meteo che in sintesi, davano un breve intervallo di schiarite fra una debole perturbazione con un altra ben più intensa. Detto questo, ho passato l’intera nottata alzandomi a più riprese per controllare il tempo, ma soprattutto la Panomax sul Grignone e la webcam del Cornizzolo, utilissime per visionare la quota delle nubi basse al suolo. Dopo aver appurato che aveva smesso di piovere e notato alcuni squarci di cielo stellato, decisi di tentare l’escursione. Certo, se non ci fossero state le restrizioni per il lockdown, sarei andato in Grignetta, ma anche per me che ho la fortuna di abitare alle pendici del Medale, l’unica possibilità, era il 
San Martino. Partito alle 5, mi sono avviato a passo sostenuto per quella che avrebbe dovuto essere la mia location preferita, i due poggi panoramici a picco su Lecco lungo il sentiero della Vergella. Mentre salivo però, notai subito che le nebbie che lambivano Lecco e la Valle del Gerenzone, si stavano alzando. Decisi
quindi di proseguire fino alla cappelletta. Montato l’indispensabile cavalletto, iniziai subito a scattare le prime immagini alquanto suggestive. Uno sguardo veloce verso il Crocione, rischiarato a giorno dalla luna, mi indusse a proseguire per quella meta, sperando che la nebbia non si alzasse troppo. Purtroppo i mie timori
vennero confermati, la nebbia si alzò velocissima, celandomi completamente la visibilità. Dopo aver risalito un magnifico bosco innevato, reso ancor più suggestivo da un atmosfera ovattata, giunsi a destinazione ancora in tempo per qualche scatto in notturna ma purtroppo, la visibilità era pari a zero. La delusione
era palpabile, una faticaccia immane (anche per il peso dello zaino) per nulla. Sconsolato, mi misi seduto sullo zaino a gestire un freddo pungente che mi penetrava nelle ossa. Per fortuna, mi ero portato una termos di te bollente, indispensabile in queste situazioni. Quando ormai, mi ero rassegnato ad un nulla di fatto, una gelida brezza fece il miracolo. La nebbia si abbassò all’improvviso, offrendomi ben più di quello che mi sarei aspettato. Velocemente iniziai le riprese 
fotografiche, scattando rigorosamente in esposizione manuale, fidandomi della mia lunga esperienza nelle foto notturne, anche in situazioni estreme , in alta quota. Purtroppo, come avevo intuito, la “pacchia” durò solo per pochi minuti. La nebbia tornò a negarmi ogni velleità fotografica fin quando spuntarono i primi raggi di sole. Tornai comunque a casa soddisfatto con la consapevolezza che è meglio avere pochi scatti ma buoni che molti mediocri”.

Mauro Lanfranchi

 

Dal San Martino innevato, il magnifico scatto di Mauro Lanfranchi