Lettera. Lo stallo in Comunità Montana mette a repentaglio l’attività dei volontari

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Mario Fusi

Il caposquadra del Gruppo antincendio boschivo Alpini Monte Medale Mario Fusi

“Dopo settimane di incertezze serve una soluzione, in primis per rispetto ai volontari”

LECCO – La situazione di stallo che riguarda il rinnovo dei vertici della Comunità Montana Lario Orientale Valle San Martino e che, dopo le notizie delle ultime ore, pare ancora lontana da una soluzione (soprattutto in vista dell’assemblea del 21 febbraio prossimo), ha spinto il caposquadra del Gruppo antincendio boschivo Alpini Monte Medale Mario Fusi a scrivere pubblicamente per chiedere alla politica la massima serietà.

“Dopo settimane di incertezze credo sia arrivato il momento di trovare una soluzione e dare all’ente una guida. Sembra assurdo ma a fare le spese di questa situazione sono le decine di volontari che operano gratuitamente e per il bene del territorio. Da caposquadra, sinceramente, fatico a rispondere alle richieste di chiarimenti da parte dei volontari. Il problema vero non è politico, il problema vero è che, per quanto riguarda le squadre antincendio, tutta l’attività è bloccata: oltre ad essere bloccato il bilancio, non abbiamo nemmeno certezze. Ad esempio, da gennaio abbiamo tre giovani volontari in stand-by perché non possono essere assicurati. Loro e altri 5 volontari devono anche fare un corso AIB che, in questa situazione, non è possibile programmare.
Provate a spiegarlo voi ai volontari, persone abituate a parlare poco e lavorare tanto, che mettono a disposizione il proprio tempo solo per amore del territorio in cui vivono e della comunità. Sappiamo quanto sia complicato, al giorno d’oggi, trovare volontari e costruire un gruppo capace di operare con entusiasmo.
Dopo anni di impegno, immaginate la frustrazione nel vedere le nostre attività bloccate senza un apparente motivo. Lungi da me “intromettermi” nella vicenda politica, ma mi permetto un richiamo a tutti, nessuno escluso, alla serietà, in primis per rispetto ai volontari che sono i primi a credere nell’ente e in ciò che viene fatto”.