Scuole di Rancio, lettera ai lecchesi: “Decisivo scommettere sulla scuola”

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LECCO – Riceviamo e pubblichiamo la lettera scritta alla città da parte dei presidi delle scuole di Rancio (primaria Pietro Scola, media M.Kolbe e Liceo G.Leopardi) in occasione degli Open Days sul “perché in questo frangente storico sia decisivo scommettere sulla scuola”.

“Bisogna avere molta speranza, essere carichi di una certezza che è dono, per parlare di scuola oggi, per presentare la scuola oggi. Noi siamo carichi di questa indomita certezza, più forte dell’ansia e della paura che sembra scandire i nostri giorni. Siamo convinti che la scuola deve vivere per l’oggi e per il nostro domani. Ancora di più degli anni scorsi sentiamo viva l’esigenza di parlare di educazione, anzi di fare educazione, di prenderci cura dei ragazzi che si trovano a vivere momenti così complessi come non si sentivano dai tempi di guerra, in un tessuto umano però ancora più sfilacciato di quello di 80 anni fa. Abbiamo rivoltato le nostre scuole per riportarle in sicurezza, creato aule e spazi, inventati orari e viabilità, ma soprattutto abbiamo tenuto vivo tra noi il desiderio di essere uomini pieni di domande, affettivamente pieni di voglia di essere amati e di amare. Siamo fragili anche noi, ma abbiamo imparato a guardare la realtà a 360 gradi, mossi da un inarrestabile desiderio di esserci, di conoscere, di capire quello che la realtà ci offre.

La nostra attività didattica non si è mai fermata, nella costante ricerca di ciò che è essenziale anche nella scuola a distanza. Il prossimo anno, come quello che stiamo vivendo o che abbiamo appena finito di trascorrere, sarà ricco di sfide perché l’esperienza vissuta ci spingerà a cambiare ancora, ci darà indicazioni operative. A Rancio è da 30 anni che vive l’avventura della scuola e oggi qui operano la primaria Pietro Scola, la secondaria di primo grado Massimiliano Kolbe e il liceo Leopardi nei suoi tre indirizzi, Classico. Scientifico e Scienze Applicate. Tre scuole ma un unico progetto educativo nello snocciolarsi del percorso scolastico e delle diverse età. L’impeto educativo è comune perché uguale è il cuore dell’uomo che è tale fin dalla sua nascita. Se lo studente è guardato come persona e non in base all’esito, impara a guardare così tutta la realtà, cogliendo la novità in ogni spunto, con uno sguardo capace di vedere anche attraverso le mascherine e la distanza, uno sguardo indagatore e curioso, che fa riscoprire ogni giorno anche quello che si pensava di sapere, perché la realtà è inesauribile e misteriosa e solo man mano si svela.

Educare alla libertà è la sfida più grande, libertà di scegliere sapendo di appartenere a una storia con cui fare i conti e con cui confrontarsi: è possibile da subito, giocandosi nella giornata scolastica fin dalla prima elementare, ma ovviamente crescendo nella sfida e nella consapevolezza con il passare degli anni. Pensiamo ai nostri ragazzi adolescenti in seconda terza media e poi negli anni del liceo: è appassionante vedere come cresce in loro il desiderio di appropriarsi della realtà riconoscendone però l’assoluta alterità. Queste scuole sono per noi e per la città innanzitutto un luogo di vita, un ambito di esperienza della possibilità di Bene che c’è in ogni circostanza.

Coltiviamo insieme, insegnanti e famiglie, questa speranza”.

Annamaria Formigoni
Francesco Riva
Paola Perossi