Germano Bosisio: “Cos’è veramente in gioco in questa Europa”

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Germano Bosisio

LECCO –  “Difficile immaginare cosa potrà sortire dalla trattativa in Europa. Tante sono le opinioni che circolano a proposito della sostanza della delicatissima materia in discussione. Personalmente ritengo che sia dovere di ogni cittadino essere più consapevole delle vere questioni in gioco e quindi debba non limitarsi ad assorbire quello che il mainstream mediatico soprattutto televisivo, gli rappresenta giornalmente.

Occorre, a mio avviso, che ogni comune cittadino cerchi con un po’ di fatica di approfondire materie un po’ ostiche e di solito riservate al ristretto “Olimpo” degli “esperti”, quanto meno per la costatazione che gli effetti di certe scelte ricadono inesorabilmente sulla vita quotidiana di tutti noi.

Una cosa è certa : al termine di questa trattativa si potrà delineare o meno un nuovo modo di concepire e praticare l’Europa : quella più propriamente politica ( come la intendevano i suoi Padri Fondatori) oppure continuare sostanzialmente solo con la dimensione monetaria e le sue regole finanziarie che tendono a far prevalere gli interessi nazionali e dei Mercati su quello comuni e “sociali”.

Un Europa realmente “sociale” oltre che economica che metta ad esempio in discussione la subalternità delle democrazie degli Stati rispetto alle regole del mercato e di quella che alcuni definiscono dittatura di una finanza senza volto veramente umano.
Si tratta di riprendere la visione che in modo lungimirante aveva ispirato coloro che nel dopoguerra  l’avevano concepita come l’Europa dei Popoli Uniti nel contesto di un mondo globale e solidale.

Niente a che vedere col ritorno ai nazionalismi di infausta memoria che sembrano in parte caratterizzare anche i giorni nostri.

Si tratta ad esempio di riscoprire e rafforzare il sistema di welfare che ci distingue dal sistema degli USA ma anche, ed ecco la prima vera possibile riforma strutturale, imparare da loro ciò che statutariamente non prevede la nostra Banca Centrale (BCE) e cioè, oltre all’unico suo scopo fondativo attuale di garantire la stabilità monetaria, di assumere esplicitamente anche quello di contrastare la disoccupazione.

Un strana svista per chi ha concepito il “Sistema Europa” vigente.
Come anche questa Europa potrebbe rappresentare un ‘apripista per una legislazione internazionale che non affidi, nei fatti, solo al “libero gioco dei Mercati” il destino e la democrazia stessa dei Popoli sotto continuo schiaffo di quella che qualcuno definisce la “trappola del Debito”

Utopia ? Fantapolitica ?
Ma l’eccezionalità della situazione sanitaria attuale e le relative molteplici conseguenze a cascata in vari settori vitali non può essere il detonatore di un ripensamento strutturale mondiale, a partire dall’Europa, che prenda finalmente atto del fallimento dell’attuale cosiddetto “modello di sviluppo” i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti a partire dalla questione ambientale a quella dell’aumento stridente delle disuguaglianze ?

E anche la trattativa attualmente in corso a Bruxelles, grazie alla spinta italiana coalizzata con altri paesi come sembra delinearsi, non potrebbe indicare una direzione di pur graduale e realistico cambiamento ?

Non potrebbe ad esempio rigettando una cinica logica di aiuti in qualche misura condizionati dai Mercati (la trappola del MES con o senza – solo apparenti – condizionalità) puntare a “finanziamenti” diretti della BCE agli Stati (modificando il suo attuale “statuto”), sia per la questione sanitaria che per il rilancio economico, perlomeno a zero interessi ? quegli interessi che ad esempio da più di 20 anni si mangiano i saldi primari attivi del bilancio italiano.

Ma ancor più giustamente perché non prevedere per la BCE quello che ad esempio può fare la FED (la Banca centrale americana) e cioè la creazione dal nulla di liquidità, alla faccia del loro debito sovrano, da finalizzare al sostegno di queste politiche d’emergenza sanitarie e sociali ?

Una cosa è certa : se anche in queste situazioni critiche prevale la logica debitoria e le sue distorsioni allora ci dovranno spiegare perché ad esempio con la Germania post bellica si è proceduto ad un sostanzioso condono del debito accumulato.

Quindi, al di là delle formule tecnico/finanziarie da applicare, queste mi sembrerebbero le strutturali coordinate politiche ( il primato della Politica con la P maiuscola) che dovrebbero essere, pur gradualmente, perseguite. E’ ovvio però che in questa fase d’emergenza occorra garantire reali positivi effetti immediati sui cittadini.

Ma questa Europa saprà accettare questa sfida alla sua stessa identità democratica ?
Se da cittadino comune che approfondisce, ho scritto cose infondate, chiedo che qualcuno me lo dimostri, grazie. Sempre pronto semmai a ricredermi.

Germano Bosisio