Annalisa Fioretti attraversa l’altopiano di Deosai e riabbraccia Sakina

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Sakina con Annalisa Fioretti
Sakina con Annalisa Fioretti

L’incredibile avventura sportiva e umana del medico-alpinista che ha conquistato anche Lecco

“E’ stata proprio Sakina a rompere gli indugi, mi è venuta incontro e mi ha abbracciato…”

CARUGATE (MI) – Un abbraccio atteso da 10 anni quello tra il medico-alpinista Annalisa Fioretti e Sakina, la bambina (ormai divenuta ragazza) che soffriva di una grave cardiopatia. Era il 2013 quando il medico di Carugate specializzato in pneumologia (nonché moglie e mamma di due figli), grazie a una raccolta fondi, riuscì a portare Sakina in Italia per un intervento lungo e difficile. Tutto andò bene e la piccola fece ritorno a Korphe, piccolo villaggio del Pakistan.

Annalisa_Fioretti_Sakina_traversata_altopiano_Deosai_202305

Qualche anno dopo arrivò una nuova richiesta di aiuto: Sakina espresse il desiderio di poter studiare. Così proprio da Annalisa, che nel frattempo fondò Il Nodo Infinito Onlus, partì una nuova ondata di generosità che raggiunse anche Lecco. Il risultato della raccolta consentì di pagarle i 6 anni di scuola superiore nel villaggio di Skardu, oltre al vitto e alloggio nell’ostello, evitando a Sakina tantissime ore di viaggio ogni giorno.

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Pochi i contatti in questi 10 anni, a fornire aggiornamenti sul percorso di Sakina c’è una persona di fiducia, ma Annalisa Fioretti ha deciso che era arrivato il momento di rincontrare Sakina. E così, coniugando la sua passione per l’alpinismo alla solidarietà, ha dato vita a una vera e propria avventura sportiva e umana.

“Io e altri 5 compagni siamo riusciti ad effettuare la traversata dell’altopiano di Deosai, il secondo più alto al mondo, che si sviluppa tra i 4.100 e i 4.600 metri di quota. Siamo partiti il 1° aprile scorso e siamo rientrati il 17 aprile – ha raccontato Annalisa -. E’ stata un’esperienza pazzesca, completamente diversa dalle salite alpinistiche sulle grandi montagne effettuate in passato. E’ stata una novità ed è stata molto più dura del previsto. Pensavo a un altopiano piatto e pieno di neve, invece ci siamo trovati ad affrontare quotidiani saliscendi e, nei primi due giorni, l’assenza di neve e il brutto tempo hanno rallentato moltissimo la nostra marcia”.

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Una volta rimontato l’altopiano il meteo è migliorato e il gruppo ha trovato la neve su cui trascinare le slitte pesanti 50 kg: “Siamo riusciti a recuperare terreno facendo più chilometri del previsto. Il caldo del giorno ci ammazzava, mentre appena calava il sole le temperature crollavano, abbiamo toccato anche i -20 °C nella tenda. E’ stata dura dal punto di vista fisico, ma ancor di più dal punto di vista psicologico perché tutti i giorni dovevamo compiere le stesse azioni: alzarci, smontare le tende, caricare le slitte, camminare, rimontare le tende… così per sei giorni e mezzo”.

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Non sono mancati incontri inaspettati: “Abbiamo visto un orso che si era già risvegliato dal letargo e tanti lupi. Abbiamo cercato di prendere tutte le precauzioni del caso nascondendo il cibo sotto la neve lontano dalle tende, fortunatamente tutto è andato bene. I miei compagni d’avventura sono stati stupendi, c’è stata grandissima collaborazione è questo è stato fondamentale. Così come è stato fondamentale avere con noi il GPS: non ho mai visto così tanti spazi aperti innevati, impressionante e bellissimo”.

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Solo dopo questi 100 km con gli sci ai piedi e 6 giorni e mezzo incredibili, però, c’è stata l’emozionante più forte: “Una volta arrivati a Skardu ci ha raggiunto anche il papà di Sakina che si è fatto 10 ore di bus per incontraci. Siamo andati tutti insieme all’ostello ed è stato super emozionante: è stata proprio Sakina a rompere gli indugi, mi è venuta incontro e mi ha abbracciato. Poi, con tutte le altre ragazze, abbiamo fatto una pizzata e ho distribuito i tanti regali che i tanti amici mi avevano donato. Tutti quelli che mi conoscevano e sapevano della mia avventura hanno voluto dare qualcosa, ad esempio l’amico di Lecco Matteo Ratti mi ha dato del burrocacao fatto da lui. E’ stata una vera e propria festa, non posso non ringraziare tutti i miei sponsor ma anche tutte quelle persone che hanno contribuito con qualcosa”.

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Il giorno successivo, poi, Annalisa Fioretti ha avuto la possibilità di visitare la scuola: “E’ grandissima, ospita 6.000 studenti dall’asilo nido alle superiori. E’ una delle migliori scuole del Pakistan e sono rimasta stupita dall’avanzato programma di studi che si porta avanti”.

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Annalisa Fioretti, però, ha fatto ritorno in Italia con una nuova sfida: “La bella serata passata con Sakina e le sue compagne, a un certo punto, si è conclusa perché non avevamo più a disposizione la luce elettrica. Ogni sera è così, a una certa ora le luci si spengono… – ha raccontato Annalisa -. Le ragazze ci hanno chiesto se era possibile fare qualcosa: so che non sarà affatto semplice, ma sto cercando di capire se è possibile aiutarle”.