Coronavirus, in Lombardia 39.415 malati, a Lecco sono 1319. Il 65% dei tamponi effettuati è positivo

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Il punto sull’emergenza Coronavirus con l’assessore Giulio Gallera

A Lecco 106 casi in più in un giorno. Chiarezza sui tamponi: “Mai detto di volerli fare a tappeto, la priorità è curare tutti coloro che lo necessitano”

LECCO – 39.415 positivi (+2117), 11.152 ricoverati in ospedale (+15), 1319 in terapia intensiva (+27), 21 mila persone dimesse (+1533), 5944 decessi (+542). E’ il bollettino giornaliero diffuso dall’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera nel consueto punto sull’emergenza Coronavirus.

Nella nostra Provincia, Lecco, in un giorno i casi sono aumentati di 106 unità portando il numero dei malati a 1316.

I dati di oggi (riepilogo generale)

I dati nelle Provincia

Il trend degli accessi al Pronto Soccorso

Nel punto stampa l’assessore ha anche condiviso una slide che mostra il trend degli accessi al Pronto Soccorso nelle varie aree lombarde (linea blu Bergamo, linea azzurra Como, linea Grigia Milano, linea verde Pavia). “Dal grafico è evidente che dopo una brusca impennata la linea stia scendendo da qualche giorno a questa parte”.

Tamponi, Gallera: “Mai pensato di farli a tappeto”

Gallera ha sfruttato il consueto punto stampa per fare chiarezza sulla questione dei tamponi. “Sul tema c’è molta, troppa confusione – ha esordito l’assessore – noi abbiamo sempre detto che ci affidiamo alla scienza, e nello specifico il nostro punto di riferimento scientifico è l’Istituto Superiore di Sanità e il Consiglio Superiore di Sanità che supportano il governo nel dare una serie di indicazioni. Non abbiamo mai fatto mistero – ha proseguito Gallera – che all’inizio di questa emergenza, che si è abbattuta sulla nostra regione come uno tsunami, per tracciare meglio la diffusione del contagio abbiamo fatto tamponi a tutti. Il 26 febbraio però è uscita la linea guida dell’Istituto Superiore della Sanità: l’indicazione era che i tamponi andavano fatti solo ai sintomatici, cioè con febbre e difficoltà respiratoria. Questa posizione è stata ribadita dall’OMS che con il vice direttore ha ribadito di effettuare i “tamponi solo a fasce mirate”, affermando che “lo screening di massa sarebbe inappropriato e non funzionale”. In Regione non abbiamo mai pensato di fare tamponi a tappeto ma li abbiamo fatti, seguendo le direttive superiori, a chi presentava sintomatologia”.

Ad oggi in Lombardia effettuati oltre 100 mila tamponi

“Per fare fronte alla crescente emergenza – ha continuato Gallera – abbiamo ampliato il più possibile la capacità di dare risposte tempestive. A testimonianza di ciò, ancora una volta, sono i numeri: il 26 febbraio avevamo tre laboratori che processavano i tamponi, il Sacco di Milano e i Laboratori dell’Università di Pavia e di Milano. Oggi sono ventidue in tutta la Regione e riusciamo a processare 5 mila tamponi al giorno. E’ un numero ancora esiguo, sicuramente, ma è il numero più alto di tutta Italia, la nostra è la Regione che fa più tamponi, in assoluto: includendo anche il lavoro dei laboratori privati, ad oggi abbiamo effettuato 102 mila tamponi”.

Qui la tabella con il numero dei tamponi effettuati nei 22 laboratori delle Ats regionali. A Lecco sono stati effettuati 350 esami, di cui il 65% ha dato esito positivo.

Tamponi anche per medici di medicina generale e operatori sanitari

“In queste settimane abbiamo anche ampliato la sorveglianza dei soggetti più esposti al contagio, gli operatori sanitari, medici, infermieri, Oss, operatori delle Rsa, medici di medicina generale – ha continuato Gallera – con due delibere regionali dello scorso 23 marzo abbiamo disposto che a tutti gli operatori sanitari venga controllata la febbre, se la temperatura è sopra i 37.5 gradi si effettua il tampone. L’esame è garantito anche ai medici di medicina generale che potranno recarsi negli appositi laboratori individuati con le Ats competenti. E’ chiaro – ha precisato Gallera – che il numero dei tamponi che possiamo ad ora processare in un giorno è di gran lunga più basso del numero di operatori sanitari e medici che operano nella nostra Regione. Quello che voglio dire è che il numero di tamponi necessari solo nel mondo sanitario è così ampio che l’idea di estendere il tampone a tutti coloro che sono al domicilio con sintomi da Covid-19 risulta altamente problematica. Non facciamo tamponi a tappeto, ma a tappeto curiamo la gente che lo necessità” ha chiarito “il primo nostro interesse è stato e sarà garantire la cura a tutti coloro che ne hanno bisogno”.

A Bergamo e Brescia attivate le Unità Speciali di Continuità Assistenziale

“Nell’ottica di estendere la sorveglianza territoriale dei malati abbiamo istituito con i medici di medicina generale le Unità Speciali di Continuità Assistenziale che si occuperanno delle visite a domicilio di pazienti con sintomi da Covid-19: sono già operative nella bergamasca e da lunedì lo saranno nelle zone più colpite del bresciano – ha detto Gallera – in pratica abbiamo chiesto ai medici di medicina generale di effettuare una consultazione telefonica di tutti i pazienti critici e coloro che lo necessitano verranno visitati dall’equipe speciale che potrà, a seconda dei casi, attivare l’assistenza domiciliare Covid con l’Ats o predisporre il trasferimento in luoghi di degenza in sorveglianza (es. hotel messi a disposizione, ndr)”.