Dopo il primo salvataggio “invernale”, appello del Soccorso Alpino: “Usate la testa”

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LECCO – “Speravo di iniziare più tardi con i recuperi in Grigna in ‘stile invernale’, anche perché mancano ancora una ventina di giorni all’inizio della stagione più fredda. Tuttavia mi tocca constatare che quest’anno ci siamo portati avanti”.

Giuseppe Rocchi, capo stazione del Soccorso Alpino di Lecco (XIX Delegazione Lariana) commenta così, con la sua pungente ironia, il difficile recupero notturno di tre alpinisti effettuato nella notte tra l’1 e il 2 dicembre scorsi.

Giuseppe Rocchi, Capo Stazione Lecco del Soccorso Alpino (Cnsas) – XIX Delegazione Lariana

“I nostri ragazzi hanno effettuato un recupero molto difficile, mettendo a repentaglio la loro stessa vita. Per fortuna sono ‘giovanotti’ altamente preparati sia fisicamente che tecnicamente e sanno muoversi benissimo in ogni ambiente montano e in ogni condizione, come hanno dimostrato sabato notte”.

Poi Rocchi aggiunge: “Va però ricordato che pur essendo preparati non sono super eroi. Sono uomini come tutti noi, volontari che hanno le loro vite: lavoro, mogli, figli, fidanzate e che mettono a repentaglio la propria vita per aiutare chi è in difficoltà. Quindi, prima di affrontare un’escursione in montagna, pensate bene a cosa andate a fare”.

Rocchi coglie l’occasione per ricordare a tutti gli escursionisti le buone prassi per affrontare al meglio una salita in montagna, sottolineando inoltre le maggiori insidie e difficoltà che si possono trovare nel periodo invernale.

“Bisogna essere onesti con se stessi e conoscere la propria condizione fisica, atletica e tecnica, di conseguenza si deve scegliere un itinerario adatto al proprio tipo di preparazione. Dite sempre a qualche conoscente o amico dove andate e lungo quale percorso, questo faciliterà gli interventi di soccorso qualora fossero necessari. Prima di partire controllate sempre le previsioni meteo e calcolate, soprattutto in questa stagione, le ore di luce, questo per evitare di essere sorpresi dal buio. Nello zaino dovete sempre avere un paio di ramponcini fino ad aprile inoltrato, una pila frontale e un telefono… possibilmente carico – specifica Rocchi, lasciando intendere di averne viste, come si suol dire, di tutti i colori – Ricordatevi che i versanti nord delle nostre montagne sono già ricoperti di neve e ghiaccio, quindi, se sugli altri versanti le condizioni possono apparire ‘normali’, a nord troviamo già condizioni tipicamente invernali; pertanto dovete prestare molta attenzione. Se poi, come sta avvenendo in queste ultime settimane, di giorno le temperature si alzano e fanno sciogliere neve e ghiaccio, di notte si riabbassano andando a formare il temibile ‘verglas’, uno strato molto insidioso di ghiaccio trasparente che ricopre rocce o pareti che, se non si presta estrema attenzione, può risultare fatale”.

Raccomandazioni che valgono sempre e per tutti, come tiene a ribadire il Capo Stazione Rocchi: “Andate in montagna prima con la testa e poi con le gambe! Non approcciatela in modo approssimativo e prima di stabilire la meta fate tutte le valutazioni del caso. Non fatevi ingolosire dall’amico che ha postato la bella foto su Facebook, perché troppe volte ci troviamo a dover soccorrere gente che si ritrova in situazioni pericolose solo perché ha visto foto o letto racconti di amici e conoscenti”.

A tal proposito Rocchi aggiunge: “Proprio, sabato mattina (1 dicembre, ndr), mentre eravamo impegnati in Grignetta in un’esercitazione che ha visto la partecipazione di una ventina di volontari del Soccorso Alpino, abbiamo incrociato due escursionisti che stavano per affrontare il sentiero della Direttissima con scarpette leggere senza avere almeno un paio di ramponcini nello zaino. Gli abbiamo chiesto se conoscevano le condizioni del versante nord: non avevano la benché minima idea. Li abbiamo fatti tornare indietro”.

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IL VIDEO DELL’ESERCITAZIONE – Riprese Franco Lozza –

 

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Tornando invece al soccorso in Grigna effettuato nella notte tra sabato 1 e domenica 2, una domanda nasce spontanea. Lo scorso luglio è stata annunciata e introdotta una grande novità: la possibilità di effettuare interventi notturni con l’elicottero. Sabato in serata subito dopo la richiesta di soccorso l’elicottero è decollato, ha sorvolato la zona e ha persino individuato i tre alpinisti in difficoltà. Perché non è stato effettuato il recupero o, quanto meno, non sono stati fatti sbarcare i volontari del Soccorso in zona evitando un rischioso e faticoso avvicinamento via terra?

“Da quanto ci è stato detto il rifugio Rosalba non è tra i luoghi ancora recensiti come HOIST, i punti in cui l’elicottero può sbarcare e imbarcare l’equipe sanitaria e tecnica durante i voli notturni. Quindi ci è toccato intervenire via terra. Sarebbe buona cosa, vista la massiccia frequentazione delle Grigne in ogni periodo dell’anno e i numerosi interventi che già si effettuano, poter recensire i punti più importanti della montagna al fine da rendere i soccorsi sempre meno rischiosi e più efficaci”, conclude il Capo Stazione Rocchi.