La Buona Scuola? I sindacati: “Ha fatto danni anche a Lecco”

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LECCO – Problemi agli organici, difficoltà nella contrattazione di istituto, presidi “sceriffi”, premialità senza criteri e personale ATA dimenticato dalla riforma: queste le criticità denunciate dai sindacati rispetto all’introduzione della Legge 107 sulla “Buona scuola” , introdotta dal Governo Renzi, e gli effetti sarebbero visibili anche negli istituti scolastici lecchesi.

“L’organico potenziato, assegnato a fine novembre – spiega Mario Rampello di Cisl Scuola Lecco – è mal utilizzato. Nel 90% dei casi non c’è stata coerenza tra quanto richiesto dalle scuole e personale assegnato. E’ capitato ad esempio di vedere assegnate cattedre di informatica ad insegnanti di educazione fisica. Questo crea difficoltà nelle scuole nel realizzare quanto programmato e la necessità di rimettere mano, ad anno avviato, al piano di offerta formativa”.

Mario Rampello Cisl Scuola
Mario Rampello Cisl Scuola

Una delle problematiche più grandi sull’assegnazione dei posti riguarderebbe il sostegno, a causa della carenza del personale specializzato rispetto alle necessità provinciali.

Sulla questione della mobilità degli insegnanti, la recente firma dell’accordo, giunta con grande ritardo dopo il confronto con le parti sociali, avrebbe evitato ulteriori contenziosi secondo i sindacati, che però criticano il metodo: “La chiamata diretta dalle scuole è la classica risposta sbagliata a giuste esigenze di flessibilità. Farne una regola generale non giova al buon andamento del sistema e metterà le scuole in concorrenza tra loro”.

Grandi le perplessità di Cgil, Cisl e Uil rispetto alla premialità per gli insegnanti e ai criteri, oggi insufficienti secondo i sindacalisti, attraverso il quale valutare i meriti. Portata ad esempio dai sindacati è la lettera inviata ai genitori dal dirigente scolastico di Brivio, Anna Maria Marzorati, nella quale si chiede alle famiglie quali degli insegnanti si sarebbe distinto “per qualità e spessore educativo nel proprio lavoro”.

Pasquale Lo Bue - Cgil Scuola
Pasquale Lo Bue – Cgil Scuola

Una missiva che Rampello definisce come “vergognosa” e “lesiva della dignità dei docenti”. I dubbi riguardano anche i criteri di scelta del commissario esterno alla commissione incaricata di designare gli insegnanti meritevoli di un premio, “ruolo che potrebbe essere ricoperto dallo stesso dirigente – denuncia Pasquale Lo Bue della Cgil Scuola – il commissario potrebbe anche avere i figli studenti in quell’istituto, oppure conoscere i docenti al lavoro in quella scuola. Si rischia così il clientelismo”.

“Noi siamo invece per una premialità diffusa, che guardi al lavoro del corpo docente e ai risultati ottenuti dalla scuola nel suo complesso” ha aggiunto Rampello.

Una questione che si incrocia con i maggiori poteri conferiti al dirigente dalla riforma, i presidi “sceriffi” come li hanno definiti i sindacati: “Torniamo indietro di 50 anni. La gestione delle attività scolastiche deve essere affidata alla collegialità e non al singolo preside. All’istituto Grassi di Lecco è stata la scelta unilaterale del dirigente a bloccare la contrattazione” denuncia Lo Bue aprendo un altro vaso di pandora, riguardante proprio i contratti d’istituto che avrebbe dovuto essere stato sottoscritto ovunque entro il 30 novembre e che invece, in diverse scuole, non è ancora stato sottoscritto.

E’ il caso del Bertacchi e del Fiocchi a Lecco, del Fumagalli di Casatenovo, dell’Istituto Comprensivo di Costa Masnaga, di Barzanò, di Missaglia e Rovagnate.

“Questo – spiegano i sindacati – vuol dire che il personale docente e Ata si è reso disponibile, con grande senso di responsabilità, ad effettuare i progetti di ampliamento dell’offerta formativa per venire incontro alle esigenze degli studenti e delle famiglie ma ad oggi non sanno se verranno retribuiti per il loro lavoro aggiuntivo e quanto percepiranno”.

La guerra, seppur fredda finora, è anche Luca Volonté, a capo dell’ufficio scolastico territoriale, accusato dai sindacalisti di essere un “burocrate” e di “non vedere i problemi delle scuole del territorio” e qui la questione si sposta sulle creazione delle nuove classi prime che ha agitato la protesta dei genitori a Lecco e a Calolzio.

Giuseppe Pellegrino - Uil Scuola
Giuseppe Pellegrino – Uil Scuola

“Potrà anche aver ragione dal punto di vista burocratico – ha precisato Lo Bue– ma creare classi di 27 alunni mal si adegua alla questione della sicurezza. Le tre classi prime a San Giovanni sono solo una soluzione ‘tampone’, non reggerà sul quinquennio per mancanza di spazi, invece avrebbero dovuto accogliere le richieste dei genitori di Bonacina, evitando di mettere le famiglie le une contro le altre”.

Anche il caso del Liceo Manzoni di Lecco e il riorientamento di 30 alunni, esclusi dalle nuove iscrizioni, è al vaglio dei sindacati che hanno denunciato “la mancata condivisione di un progetto formativo territoriale”.

Sullo sfondo le iniziative di protesta che si svolgeranno in tutte le scuole italiane: “Una petizione – spiega Giuseppe Pellegrino della Uil Scuola – che si concluderà il 28 aprile prossimo con la consegna delle firme al Ministero per chiedere il rinnovo del contratto colletivo, scaduto nel 2006, più stabilità agli insegnati e più qualità nell’apprendimento. Inoltre è in programma anche una raccolta firme per un referendum che ci consenta di cancellare alcuni punti della Legge 107, tra questi sicuramente i maggiori poteri ai dirigenti. Nelle scuole non serve comando ma la collaborazione di tutti”.