La verità sul tiglio di Acquate: ecco perché si è ammalato ed è stato tagliato

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L’agronomo Giorgio Buizza spiega i motivi del suo deperimento con tanto di documentazione fotografica

“Durante la ristrutturazione del 2006 è stato lasciato per settimane con le radici all’aria, inaridito e ridimensionato nella sua parte sotterranea”

LECCO – A seguito dell’articolo pubblicato ieri, mercoledì, sul taglio dell’albero (un tiglio) situato in piazza della Vittoria, ad Acquate, interviene l’agronomo Giorgio Buizza (già consigliere comunale a Lecco) che, con tono sarcastico, dichiara: “Requiem per un altro albero”.

Lo stesso Buizza nell’ottobre del 2019 aveva segnalato le condizioni del tiglio dichiarando che “l’albero era sul viale del tramonto”.

“Di ieri la notizia che l’albero è stato tagliato – dichiara oggi Buizza – La notizia/necrologio, a cui peraltro abbiamo fatto l’abitudine, richiede un minimo di approfondimento per evitare di ripetere gli errori del passato”.

Giorgio Buizza

Già, perché se è vero che l’albero si è ammalato, non sono pochi coloro che si sono chiesti il motivo. La risposta la dà proprio Buizza e per farlo, riavvolge il nastro fino al 2006, anno in cui la piazza venne risistemata.

“La piazza – spiega Buizza – è stata oggetto di ristrutturazione nel 2006 dopo un concorso bandito dal Comune per individuare i migliori progetti di sistemazione di alcune piazze cittadine. Erano i tempi delle Giunte Bodega – Faggi, tanto per dire che il disinteresse per gli alberi, a Lecco non ha, e non ha avuto, etichetta politica: è stata una invariabile”.

Unico elemento verde di quella piazza era il tiglio. “Un grande e frondoso tiglio simbolo della Piazza e dell’intero rione – prosegue Buizza – meritevole di conservazione e rispetto. Nella fase dei lavori l’albero è stato lasciato per settimane con le radici all’aria, inaridito e ridimensionato pesantemente nella sua parte sotterranea, ricoperto poi di terra per nascondere le malefatte del cantiere e per dar corso ad una inaugurazione in pompa magna”. Come testimoniano le foto che lo stesso Buizza ha realizzato.

A distanza di qualche anno il tiglio ha completato il suo deperimento irreversibile – spiega l’agronomo – iniziato con il cantiere della piazza, ed ha ceduto alle sevizie e all’incapacità di considerare l’albero nella sua interezza e integrità biologica, composto cioè di fronde, di fusto e di radici. Al perito, ingaggiato ora per la circostanza, l’arido compito di certificare l’irreparabile declino e lo stato di pericolosità”.

Quindi Buizza conclude: “Se non ci fossero le immagini del 2006 a testimoniare i trattamenti a cui il tiglio è stato sottoposto da tecnici ed imprese, ci si potrebbe fermare agli esiti prendendo atto che l’albero si è ammalato, che è invecchiato, che è stata colpa dei cambiamenti climatici, che a colpirlo è stata la sfortuna. Invece si sono spesi soldi pubblici per riorganizzare la piazza e per costruire muri e parcheggi, per ritrovare ora la piazza svuotata dall’unico segno importante, vistoso e benefico di verde esistente. Ora rieccheggia la solita promessa che l’albero morto sarà sostituito, che gli alberi tolti saranno ripiantati, che il verde sacrificato sarà compensato e addirittura incrementato. Dopo anni di promesse non mantenute, la credibilità è evaporata”.