Laorca. A 92 anni guarisce dal covid, ma monsignor Barone pensa già al “suo” Congo

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Monsignor Antonio Barone intervistato dal telegiornale regionale di Rai 3
Monsignor Antonio Barone intervistato dal telegiornale regionale di Rai 3

Il sacerdote lecchese intervistato dal Tg Regionale di Rai3

Superato il virus ha cominciato la riabilitazione: “E’ impensabile che io non vada più in Congo”

LECCO – A 92 anni è guarito dal covid e ora il suo desiderio più grande è quello di ritornare in Congo, suo paese di adozione. Monsignor Antonio Barone è un sacerdote originario del rione di Laorca che ha dedicato la sua vita all’Africa: la Repubblica Democratica del Congo è la sua casa e nella capitale Kinshasa, ormai da parecchi anni,  supporta il COE (Centro Orientamento Educativo) e alcune associazioni locali nello sviluppo di due importanti progetti: il primo si occupa del centro di formazioni per giovani universitari “Foyer Universitaire St. Paul”, il secondo riguarda il centro residenziale “La Benedicta” per bambini e adolescenti di strada da 3 a 18 anni.

Monsignor Barone, nei giorni scorsi, è stato raggiunto dalle telecamere del TG Regionale di Rai 3 a cui ha raccontato la sua esperienza: “Un’esperienza al di fuori di quelle che si potevano immaginare”, ha detto il prete lecchese in ospedale dal dicembre scorso per una polmonite. Oggi monsignor Barone si è ristabilito e il suo unico pensiero è quello di ritornare in Congo: “E’ impensabile che io non vada più, dobbiamo inaugurare una nuova casa per bambini di strada”.

Monsignor Antonio Barone intervistato dal telegiornale regionale di Rai 3

Nel mese di dicembre era rientrato a Milano proprio per reperire nuove risorse con cui mandare avanti la missione, poi è arrivato il covid. Da qualche giorno ha cominciato la riabilitazione all’Istituto Auxologico di via Mosé Bianchi a Milano, ha ricominciato la riabilitazione e i medici si sono detti fiduciosi: sicuramente non subito, ma è possibile che Monsignor Barone possa tornare dai suoi ragazzi in Congo.

“Ovviamente siamo felici che monsignor Barone abbia superato la fase critica e si sia ripreso – ha detto Paolo Giacobazzi del Coe dell’ufficio coordinamento Progetto Kinshasa  -. Ovviamente, quando si sarà ristabilito completamente e con tutte le precauzioni che richiede questa situazione, gli auguriamo di poter far ritorno il più presto possibile in Congo”.

Il progetto

Coe è presente in Congo fin dagli anni ’80 e dagli anni ’90 è presente nella capitale Kinshasa. Il Foyer Universitaire St. Paul nasce nel 2009 promosso dall’Associazione Centro
Orientamento Educativo – COE. Segue nel 2012 l’inaugurazione della comunità per minori La Benedicta. In entrambi i progetti hanno ricevuto e ricevono tuttora un grande impulso e un grande aiuto proprio dal sacerdote di Laorca a partire proprio dalla raccolta delle risorse per far funzionare le cose.

  • Il Foyer Universitaire St. Paul ospita giovani (dai 19 ai 25 anni) provenienti da ogni parte del Paese, poveri e meritevoli di proseguire gli studi universitari. Offre loro una casa accogliente, una guida spirituale e degli educatori per proseguire il percorso di studi, di preparazione alla professione e di ricevere una formazione integrale. Attualmente il progetto, molto impegnativo sotto molti punti di vista, raccoglie 77 tra studenti e studentesse che vengono formati per fare in modo che un domani possano prendere parte alla loro società diventando la nuova classe dirigente del Paese.
  • A Kinshasa sono oltre 40 mila i bambini e i ragazzi che vivono in strada, spesso vittime di abusi e violenze sessuali, a rischio di malattie e dipendenza da droghe. Per rispondere a questa drammatica situazione nasce La Benedicta, centro residenziale, costruito nel 2012 accanto al Foyer, che ospita oltre circa 75 bambini e adolescenti dai 3 ai 18 anni (25 bimbe fino a 12 anni e 50 bimbi fino a 17 anni). L’inserimento nel centro avviene per espressa volontà di ciascuno di loro, dopo essere stati avvicinati dall’équipe educativa che opera di notte nelle strade della città. I bambini e gli adolescenti vengono accolti, iscritti a scuola e seguiti da educatori che si impegnano anche nella ricerca delle famiglie che li hanno abbandonati. Lo scopo è di favorire il reinserimento in famiglia, se non in quella d’origine, nella più ampia cerchia di parenti.

Come sostenere i progetti

Con una libera donazione è possibile scegliere di sostenere ragazze e ragazzi del Foyer Universitaire St. Paul, bambine e bambini de La Benedicta: € 20 – 50 – 100 sono un aiuto prezioso che ci consente di fare molto. Se si desidera donare di più per loro e per dare continuità alle attività, è possibile farlo sottoscrivendo una donazione regolare periodica trimestrale, semestrale, annuale, attraverso la domiciliazione bancaria o postale SDD senza oneri di commissione a tuo carico. Per informazioni Paolo Giacobazzi; Tel. 02 6696258; p.giacobazzi@coeweb.org.