“Per le vie delle croci”, messa in p.zza Cermenati per le vittime della strada

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LECCO – “Oggi siamo qui, familiari, amici, comunità civile e religiosa, non solo per rinnovare la memoria di tante, troppe vittime. Non solo per riaffermare il valore della vita, ma per rilanciare l’ennesimo appello alla massima responsabilità di chi sta alla guida di un veicolo” queste parole di Angelo Fontana colgono in pieno la motivazione e lo spirito con cui il presidente della Polisportiva Monte Marenzo, ha organizzato, come è solito fare da 10 anni, la messa in Piazza Cermenati in suffragio alle vittime della strada, in collaborazione con l’associazione ‘Matteo La Nasa’ e l’Aifvs (associazione italiana famigliari e vittime della strada sede di Bergamo).

Una messa celebrata in piazza da Monsignor Franco Cecchin,  vicino alla strada, punto di incontro di molta gente, ma anche “mostro che divora” giovani vite, molte volte per leggerezze o incoscienze. Una messa che ricorre da 10 anni e che è importante che “non sia solo un momento di ricordo, ma che sia anche un momento di educazione e sensibilizzazione, nei confronti sia delle nuove generazioni, ma anche nei confronti di chi in strada ci viaggia da tanto tempo, affinché la vita di queste vittime non sia stata vana– ha commentato il vicesindaco di Lecco Francesca Bonacina – anche se il trend di incidenti mortali è in diminuzione, questo non deve farci abbassare la guardia sull’attenzione in strada e sui processi di sensibilizzazione, ma ci deve spronare ad andare avanti per la via che abbiamo intrapreso, perché si sta rivelando essere quella giusta”.

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Prevenzione e sensibilizzazione che viene messa in atto da parte delle istituzioni, ma anche dalle associazioni, organizzando incontri nelle città e nelle scuole dove coloro che hanno perso i propri cari sulla strada portano la testimonianza della loro dolorosa esperienza, come da anni fa Croce Castiglia, madre di Matteo La Nasa, morto prematuramente travolto da un auto mentre era seduto al bar

Croce Castiglia
Croce Castiglia

Caminetto di Versasio: “Quando Matteo era in coma – ha spiegato commossa Croce Castiglia – lo portavo, con l’ambulanza, nelle scuole, per mostrare ai giovani cosa può provocare una svista mentre si è alla guida dell’auto .. un attimo di distrazione, e la vita di qualcuno può cambiare per sempre; da quando Matteo è morto continuo, con l’aiuto di mia figlia, a fare informazione nelle scuole, per sensibilizzare i giovani riguardo all’uso dell’auto o della moto che se non usata correttamente può realmente divenire un arma letale sia per se stessi che per gli altri. L’improvvisa perdita di mio figlio ha distrutto la mia vita e quella dei miei famigliari, ma si deve cercare di reagire e andare avanti e la forza per farlo la trovo nella consapevolezza che, prima o poi, rincontrerò mio figlio”.
Intorno all’altare allestito in Piazza Cermenati sono state appese le foto delle numerose vittime della strada: “Sono moltissime e questo ci deve far riflettere – ha commentato il commissario Capo della polizia di Lecco Mauro Livolsi – da sempre la Polizia è impegnata in incontri di sensibilizzazione nelle scuole e durante gli ultimi incontri abbiamo potuto costatare che le attività stanno funzionando, con il passare del tempo troviamo sempre più giovani responsabili nei confronti della guida, consapevoli di quale siano le distrazioni e coscienti dei seri rischi che la guida in stato di ebbrezza comporta”.

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Il percorso della “via delle croci” non si esaurisce a Lecco, ma continua nel territorio limitrofo toccando altri 16 comuni, sempre con l’obbiettivo di sensibilizzare le persone all’attenzione alla guida poiché, come sottolineato dal comandante della Polizia Locale di Lecco Franco Morizio, “vogliamo arrivare al punto di non dover più suonare il campanello dei vostri genitori per avvisargli che non ci siete più”, e per poter vivere in una società dove la strada possa finalmente rappresentare solo un luogo sicuro e percorribile da tutti.