Lecco, insegnanti in piazza: “Vogliamo continuare ad insegnare”

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LECCO – Insegnanti in piazza nel tardo pomeriggio di martedì 26 aprile in segno di protesta contro la legge 107, meglio nota come “Buona scuola”: l’iniziativa, a cui hanno preso parte anche i sindacati Cgil, Gilda e Uil, è stata lanciata in vista dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato che si terrà mercoledì 27 aprile e che stabilirà se i diplomati magistrale prima del 2002 potranno essere inseriti nella graduatoria ad esaurimento.

 

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Davide Trestini

 

“Alcuni di noi insegnano nelle scuole da oltre dieci anni – ha spiegato una delle numerose insegnanti presenti in piazza – abbiamo conseguito un’abilitazione che nel 2009 il Governo ci aveva riconosciuto, invece oggi ne richiedono un’altra e ancora ci vediamo scavalcati nelle graduatorie da chi nelle scuole non ci è mai entrato. E’ vergognoso”.

 

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In attesa di sapere quale sarà la loro sorte gli insegnanti hanno però deciso di lanciare un messaggio molto chiaro, stracciando letteralmente i loro certificati di abilitazione all’insegnamento, per qualcuno conseguito anche quindici anni fa: “Cosa ce ne facciamo se dobbiamo averne un’altra? La buttiamo via. Noi vogliamo una scuola libera e di diritti, diciamo no ai concorsi truffa di Renzi, diciamo no alla Buona scuola e chiediamo di poter continuare ad insegnare come facciamo da oltre 15 anni – ha detto Davide Trestini, insegnante e organizzatore dell’iniziativa, prima di stracciare le abilitazioni – la scuola è la nostra vita, insegnare è il nostro lavoro, vogliamo continuare a farlo”.

 

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In piazza come detto erano presenti anche i sindacati: il sit in di protesta degli insegnanti è stata l’occasione per lanciare la raccolta firme per un referendum abrogativo di alcune norme della legge 107: “Lo avevamo detto ai tempi e lo ribadiamo oggi: questa Buona scuola non ci convince affatto – ha dichiarato il Segretario Uil Scuola Giuseppe Pellegrino – è nata per stabilizzare i precari, ottenendo l’effetto contrario, tant’è che anche a Lecco il numero dei precari è aumentato, perché a settembre non si sono presentati i docenti di ruolo chiamati a ricoprire il posto. Il concorso di cui parla Renzi è un concorso truffa per i precari e questo è inaccettabile”.

 

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Giuseppe Pellegrino

 

L’obiettivo come spiegato è raccogliere le firme per indire un referendum abrogativo: “Siamo consapevoli che la legge non potrà essere cancellata – ha proseguito Pellegrino – ma può venire modificata in alcune sue parti, in particolare i punti che riguardano la stabilizzazione dei precari e la riorganizzazione degli organici da parte dei dirigenti scolastici”. La raccolta firme agli appositi banchetti proseguirà per tutto il mese di maggio.

 

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