Servizi Sociali, via libera alla società mista. Scontro con l’opposizione

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LECCO – “Nessuna avventura politica, disegniamo uno scenario nuovo che è figlio della storia di un territorio dove l’incontro tra pubblico e privato è già da tempo la realtà dei nostri servizi sociali”.

Il sindaco Virginio Brivio difende l’impresa sociale che ora attende solo il suo battesimo: venerdì sera, il Consiglio Comunale ha approvato lo statuto della nuova società mista, Il Girasole, deputata a gestire il welfare nei comuni, una ventina, che hanno aderito alla proposta.

Un ‘via libera’ arrivato in aula non dopo un duro confronto, dentro e fuori Palazzo Bovara, alimentato dalla scelta del Comune di Calolzio, oggi guidato da un’amministrazione leghista, di revocare la delibera approvata nel novembre del 2017 dalla precedente giunta di centrosinistra, esprimendo dubbi sulla correttezza dell’operazione.

“L’uscita di Calolzio non cambia nulla – ha chiarito la dirigente comunale lecchese, Marinella Panzeri – la quota che il Comune di Calolzio avrebbe dovuto versare, 49 mila euro, sarà divisa tra i residenti dei comuni che aderiscono”.

Le perplessità dei contrari riguardano soprattutto la compagine societaria, al 51% privata (individuata nel Consorzio Consolida) e al 49% pubblica nel capitale sociale ma con i Comuni a pesare solo per il 30% nel consiglio di amministrazione.

L’assessore Riccardo Mariani e la dirigente Marinella Panzeri

Su questo, la dirigente comunale ha parlato di “scelta prudente” per mettere al riparo l’impresa sociale dall’attuale quadro di “cambiamenti amministrativi e normativi estremamente convulsi”.

Inoltre, ha spiegato Panzeri, oltre ai 100 mila euro di capitale sociale, sarà previsto un fondo di riserva di 49 mila euro per tutelare i comuni in caso di perdite. Ad ogni modo, ogni ente pubblico sarà tenuto a risponderne per un valore non superiore alla quota di partecipazione.

Chiarimenti che non hanno cambiato la posizione di chi si da subito aveva espresso la propria contrarietà al provvedimento, tra questi la Lega che ad inizio seduta aveva presentato una richiesta di esame preventivo della delibera, senza trovare l’appoggio dell’aula.

“Non abbiamo nessuna urgenza di votare una delibera così impegnativa – ha spiegato Stefano Parolari – per coscienza bisognerebbe mandare tutto alla Corte dei Conti, analizzare statuti e conseguenze”.

Contraria anche la sinistra che ha annunciato un’interpellanza ai Ministero della Salute e al Ministero delle Politiche Sociali. “Con questa operazione, il Comune rinuncia a gestire i propri servizi sociali. Lecco ha perso l’occasione di essere comune capofila, di riunire tutti gli enti con una soluzione che potesse essere positiva per tutti” ha rimarcato Alberto Anghileri.

Stefano Parolari, consigliere Lega Nord

“Perplessità e critiche restano sul tavolo – per i Cinque Stelle, come sottolineato da Massimo Riva – la questione non è stata approfondita a dovere, la debolezza del socio pubblico non ci piace e non ci convince”.

Voto contrario anche da Vivere Lecco e Forza Italia, mentre Filippo Boscagli e Paola Perossi si sono astenuti: “Bisogna riconoscere il privato sociale come un unicum positivo della nostra città, ma non ci sono leggi in Italia che valorizzano un percorso che, oggi, ci troviamo oggi a rincorrere da soli” ha commentato Boscagli.

E’ proprio sull’esempio di un sistema di servizi sociali, di cui il privato è già parte integrante, che la maggioranza tra la forza della propria scelta. “Con l’impresa sociale vogliamo dare un valore aggiunto in termini di risposte ai bisogni della cittadinanza – ha spiegato l’assessore ai Servizi Sociali,  Riccardo Mariani – Guardiamo al futuro delle politiche sociali del territorio, rinvigorendo il partneriato pubblico-privato che è già nell’ossatura del welfare lecchese”.

“Siamo sicuri che sia una resa dell’ente pubblico sul tema del sociale? Quali servizi sono gestiti direttamente dai Comuni nella nostra provincia? – ha retoricamente chiesto all’aula il sindaco Brivio – Non si sta smantellando nessuna realtà totalmente pubblica, perché non è mai esistita. Pubblico e privato lavorano già fianco a fianco. Ma questo è un limite o un valore?”