Spesa, Coc e mascherine: l’emergenza covid 19 ha anche il volto della Protezione civile

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La consegna della spesa da parte dei volontari della Protezione Civile durante il lockdown

Negli ultimi giorni sono stati impiegati, nel Lecchese, circa 200 volontari di Protezione civile al giorno

Valsecchi, responsabile del settore: “Fondamentale la collaborazione con i sindaci e con le altre organizzazioni sanitarie”

 

LECCO – Sono in campo dai primi giorni dell’emergenza rappresentando un supporto fondamentale per i Comuni nelle attività di sostegno alla popolazione, alle prese con un virus nuovo quanto insidioso come il covid 19. Sono gli “angeli” della Protezione civile, capaci di mostrare anche questa volta uno dei volti più belli e genuini del variegato e ricco mondo del volontariato.

Negli ultimi giorni, complice l’intensificazione dell’attività legata alla distribuzione delle mascherine in molti Comuni del Lecchese, la media di volontari impiegata ogni giorno è stata superiore a 200. Per la precisione, giusto per fornire qualche dato, 207 il 9 aprile e 221 il 10 aprile contro i 171 del 6 aprile, i 110 registrati il 5 aprile e l’ottantina dei ultimi giorni di febbraio. Numeri alti che testimoniano la massiccia attività prestata a tutto tondo dalla Valsassina al lago, passando per Lecco, la Brianza e il Calolziese. Tuta gialla d’ordinanza, a cui hanno dovuto aggiungere mascherine e guanti, i volontari hanno iniziato a prestare servizio a fine febbraio, con un crescendo di attività che ha seguito l’evolversi dell’epidemia da coronavirus. Abituati a cimentarsi con calamità naturali e a dover per forza di cose rimboccarsi le maniche, prendendo in mano spesso e volentieri badili e altri attrezzi manuali, i volontari si sono trovati questa volta di fronte un altro tipo di emergenza, di carattere sanitario, interfacciandosi con altre fragilità e “debolezze”.

Lo sa bene  Fabio Valsecchi, responsabile del servizio di Protezione civile, settore che fa capo al presidente della Provincia Claudio Usuelli: “In questi giorni risulta fondamentale la capacità di tessere relazioni e di interfacciarsi, con le dovute distanze fisiche e cautele, con la popolazione, rintanata in casa per arginare il diffondersi del virus. Non a caso abbiamo coniato un altro hashtag #sonosicuroacasa per ribadire che è fondamentale restare al proprio domicilio”. Valsecchi ribadisce:  “Non siamo di fronte a un’emergenza come quelle avute ad esempio, la scorsa estate, a Dervio o a Casargo. Qui è indispensabile un lavoro di coordinamento e pianificazione al fine di ridurre al minimo indispensabile le uscite”.

Il sistema, organizzato in maniera verticale dall’alto verso  il basso e viceversa, ovvero dal Coc, centro operativo comunale al dipartimento di protezione civile nazionale passando per il Ccs, centro coordinamento dei soccorsi, provinciale e la sala operativa regionale, sta funzionando. “I sindaci stanno gestendo in maniera egregia la situazione. Non stiamo registrando tempi morti e tutto si sta svolgendo come da programma”. Le indicazioni ricevute, fin dall’inizio della crisi sanitaria, da parte del Dipartimento di protezione civile, sono state chiare.

Tre, sostanzialmente, i nostri ambiti di azione. Ovvero l’assistenza alle persone, individuate grazie ad Ats e Comuni, in difficoltà sul lato pratico e logistico, come quello di fare semplicemente la spesa. C’è poi il servizio a favore delle persone in quarantena perché state in contatto con chi è risultato positivo al tampone e poi le attività riservate ai positivi veri e propri. Aspetto, quest’ultimo, su cui si sono organizzati molto bene anche i Comuni e le organizzazioni di volontariato sanitario come Cri e Anpas”.

Il coordinamento e la collaborazione tra diverse realtà è risultato, in questi giorni di emergenza, quanto mai fondamentale. Tantissime le persone che hanno contattato gli uffici provinciali, nelle scorse settimane, chiedendo di poter entrare a far parte della famiglia della Protezione civile. “A loro va il mio grande grazie. Purtroppo sono desideri che non abbiamo potuto accontentare. Per entrare nel gruppo bisogna infatti superare un corso di preparazione e iscriversi nell’elenco regionale”. In provincia di Lecco sono ben 51 le realtà di Protezione civile attive, per un totale di circa 2000 volontari. “Avevamo in programma un corso a marzo e aprile, ma è stato sospeso per via dell’emergenza. Lo riproporremo non appena sarà possibile” conclude Valsecchi.