Un traduttore vocale per telefonisti non vedenti, la sperimentazione parte da Lecco

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Dalla richiesta di un dipendente alla sperimentazione di una nuova apparecchiatura

All’Agenzia delle Entrate una piccola rivoluzione in favore degli addetti ipovedenti e non vedenti

LECCO – Una piccola grande conquista che ha rivoluzionato la giornata di lavoro di un addetto ma che presto cambierà anche quella dei suoi colleghi non vedenti e ipovedenti: è quanto festeggia Luca Tocchetti, telefonista dell’Agenzia delle Entrate di Lecco, che ha sperimentato per primo l’installazione di un dispositivo di traduzione vocale nella propria postazione.

“Tutto è iniziato nel 2016 – spiega – quando c’è stato il cambio di sistemi telefonici negli uffici dell’agenzia, da analogici ai digitali, che si sono rivelati non più compatibili con i sistemi tradizionali di lettura utilizzati dagli operatori non vedenti come le barre brail. Da quel momento noi telefonisti non vedenti lavoravamo alla ‘cieca’, nel vero senso della parola”

Il problema principale, per Luca Tocchetti e gli altri telefonisti ipovedenti come lui (circa 300 in tutta Italia ci dice), era soprattutto quello di avere contezza del numero del contatto da cui provengono le telefonate, un’operazione prima possibile attraverso l’utilizzo delle strumentazioni tattili, da quel momento invece solo visualizzabile sul telefono.

Luca Tocchetti

“A quel tempo avevo da conosciuto l’Associazione Italia Lotta Abusi, che si occupa anche della lotta all’eliminazione delle barriere architettoniche, così ho deciso di interessare la presidente Orsatti – racconta Tocchetti – con lei abbiamo inviato una richiesta alla direzione dell’Agenzia delle Entrate e avuto diversi incontri con la direzione regionale, disponibile ad affrontare questa problematica. Insieme abbiamo chiesto all’azienda fornitrice dei telefoni, Avaya, se vi fossero modelli con sintetizzatore vocale, per ‘leggere’ i numeri telefonici delle chiamate in arrivo, che potessero essere compatibili con il nostro sistema digitale, purtroppo ve ne era solo in inglese. L’azienda si è comunque impegnata a fornire un dispositivo con traduzione in italiano”.

In primavera l’apparecchiatura è arrivata alla sede di Lecco “e dopo sei mesi di verifiche e aggiustamenti – prosegue Tocchetti – ora il sistema è pronto per essere esportato in altri uffici”.

Una semplice, ma sicuramente importante, storia di inclusione sul luogo di lavoro che da Lecco ora si appresta a migliorare le condizioni lavorative di altri dipendenti.