Violenza sulla donne: 165 accessi, in dieci mesi, ai Pronto Soccorsi di Lecco e Merate

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Dietro ogni donna arrivata in ospedale, in questi primi dieci mesi dell’anno, una storia di violenza e di dolore

Le iniziative dell’Asst Lecco in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne

LECCO – 91 sono arrivate al Pronto Soccorso dell’ospedale Manzoni di Lecco, 74 a quello del Mandic di Merate. Dietro ognuna di queste donne, c’è una storia di prevaricazione, sofferenza e dolore che sottolinea come anche il territorio dell’Asst Lecco sia tutt’altro che immune alla violenza contro le donne.

Lo sa bene Paolo Schiavo, medico in servizio al pronto soccorso di Lecco: “I dati relativi agli accessi ai Pronto Soccorsi dell’ASST di Lecco, dell’anno in corso, allarmano tutti noi che siamo parte attiva di una comunità in cui la donna è giornalmente vittima di violenza psicologica e fisica. Il giorno in cui non registreremo più accessi per questo motivo è ahinoi lontano. Da medico e da uomo credo che il percorso da compiere vorrebbe vedere alla base una alleanza strategica tra i generi solo per poter pensare di arginare e ridurre questo fenomeno”.

Il dottor Paolo Schiavo

I numeri registrati quest’anno nei due Pronto Soccorso dell’Asst Lecco sono grossomodo in linea con quelli del 2021, quando erano stati registrati complessivamente 184 accessi di donne vittime di violenza. Oggi siamo a 165, ma i dati sono fermi al 31 ottobre. Tra le donne arrivate ai Ps la maggior parte sono italiane (a Lecco nel 2022, 74 italiane e 17 straniere; a Merate 59 italiane e 15 straniere). Tra queste anche ragazzine under 16 (2 a Merate e 4 a Lecco).

Un problema che riguarda tutti e che ha spinto la Fondazione Onda, Osservatorio Nazionale sulla salute della donna e di genere, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, a lanciare la seconda edizione dell’(H)-Open Week, in programma dal 21 al 26 novembre con l’obiettivo di supportare le vittime di violenza e incoraggiarle a rompere il silenzio, fornendo strumenti concreti e indirizzi a cui rivolgersi per chiedere aiuto.

Un appello che non è rimasto inascoltato, portando Asst Lecco a scendere in campo in prima fila. Nella settimana del 25 novembre medici, ostetriche e personale infermieristico dell’Ospedale “Alessandro Manzoni” di Lecco e dell’Ospedale “San Leopoldo Mandic” di Merate indosseranno il simbolo “Stop violence against womem” da apporre sulla loro divisa a testimonianza della condanna verso ogni forma di violenza di genere.
Negli spazi antistanti le hall di ingresso dei due presidi ospedalieri, nei Pronto Soccorsi generali e nei Pronto Soccorso ostetrici sarà posizionata una sedia rossa in memoria delle donne vittime di violenza. A fare da contorno diversi poster, realizzati dalle stesse ostetriche dell’Asst di Lecco, con immagine suggestive.
Per raccontare la violenza sarà posizionato un grande albero dove chiunque, sulle sue foglie tutte colorate e diverse, potrà scrivere le proprie emozioni o il proprio vissuto su questo delicato e importante tema.

Non solo. Lunedì 21 novembre è stato organizzato, in collaborazione con il Comune di Lecco, Ente Capofila della Rete S.T.A.R. della provincia di Lecco, il convegno formativo, rivolto a tutti i professionisti dell’ASST di Lecco e ai componenti della Rete S.T.A.R., dal titolo “Contrastare la violenza verbale a partire dal linguaggio di genere”.
Nel corso della mattinata sono stati presentati anche i dati della ricerca quali-quantitativa sugli stereotipi di genere in sanità, promossa dalla Fondazione Onda e a cui l’ASST di Lecco ha partecipato.

 

“La violenza di genere è una grave emergenza sociale che necessita della massima attenzione e per prevenire e proteggere le vittime di violenza servono iniziative mirate per far sì che le donne chiedano aiuto da subito. Attraverso questo (H)-Open Week vogliamo avvicinare le donne alla rete di servizi antiviolenza che dispongono di percorsi di accoglienza protetta e progetti di continuità assistenziale e di sostegno” spiega Francesca Merzagora, presidente Fondazione Onda. Le fa eco Paolo Favini, direttore generale Asst Lecco. “La giornata del 25 novembre è un appuntamento importante per rinnovare l’impegno della nostra azienda nella lotta alla violenza contro le donne. Ho accolto con vivo interesse il convegno organizzato da Luciarosa Olivadoti per contrastare la violenza verbale a partire dal linguaggio di genere. Parallelamente alla violenza fisica esiste una violenza verbale che, molto spesso, accade ancor prima della violenza fisica e anch’essa si traduce in cicatrici profonde nell’anima delle donne. Da anni i medici, gli infermieri e le ostetriche del Pronto Soccorso di Lecco e Merate lavorano nell’assistenza e nella cura delle donne che accedono ai presidi vittime di violenza. Le accolgono, medicano le loro ferite e le avviano ad un processo di presa in carico – anche attraverso le associazioni che collaborano con noi – al fine di aiutarle e difenderle dalla violenza subita”.

Molto resta ancora da fare, come ribadisce Luciarosa Olivadoti, responsabile sviluppo professionale e ricerca e referente in tema di “Violenza alle donne” Asst Lecco: “Nonostante la rappresentanza femminile nel settore sociosanitario sia aumentata, sussiste ancora un pregiudizio di genere che la pandemia da CoViD-19 ha esacerbato ulteriormente. Tutti i responders dell’ASST di Lecco che hanno partecipato alla ricerca qualitativa hanno dichiarato di aver subito, o assistito, almeno ad un episodio di violenza verbale e che le lavoratrici risultano più esposte anche in virtù della loro maggiore presenza in ambito sanitario. La violenza verbale è strettamente correlata all’uso del linguaggio che quotidianamente utilizziamo. Molti modi di dire, luoghi comuni e battute divertenti sulla diversità di genere contribuiscono alla creazione di uno scenario e di un rumore di fondo che inevitabilmente intacca e condiziona la quotidianità di ogni donna”.