“Dispositivi insufficienti per il personale” i sindacati diffidano l’Ospedale

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Sindacati e RSU dell'ospedale in una precedente riunione

I rappresentanti dei lavoratori dell’ospedale scrivono al Prefetto

Tanti contagi tra medici e infermieri, per le Rsu e sindacati le protezioni non sono adeguate

LECCO – “Le scriventi Organizzazioni Sindacali intendono inoltrare formale diffida ad adempiere a fronte dell’insufficiente fornitura di idonei dispositivi di protezione individuale, per il Personale esposto con differenti modalità al rischio di contagio da COVID-19”.

Inizia così la lettera che le RSU dei lavoratori degli ospedali lecchesi con FP Cgil Cisl e Uil hanno inviato al prefetto di Lecco, Michele Formiglio.

Per i rappresentanti sindacali “la diffusione del contagio tra il Personale della ASST di Lecco (dati in costante aumento), va ricondotta sia a una carenza di DPI sia ad una organizzazione del lavoro poco compliante alla gestione pazienti covid-19”.

“Risulta infatti alle scriventi – scrivono le RSU – che il personale che presta servizio presso l’Azienda socio sanitaria territoriale, operi in condizioni che non rispettano gli standard di sicurezza previsti, il tutto con la conseguente possibile messa a rischio della salute degli Operatori stessi e degli utenti”.

Paolo Favini, direttore generale ASST

Eppure, in una recente intervista (leggi qui) il direttore generale Paolo Favini aveva rassicurato sulle dotazioni di cui sono stati forniti i lavoratori dell’ASST.

Abiti non idonei?

“A confermare le nostre preoccupazioni – proseguono – è stata la stessa direzione sanitaria durante l’ultimo incontro tramite videoconferenza con le scriventi, in tale circostanza il Direttore Sanitario Dott. Corrao, ha chiarito che gli attuali reparti presenti all’interno dell’ospedale Manzoni di Lecco e Mandic di Merate, adibiti alla cura di pazienti covid19, non erano idonei strutturalmente per gestire pazienti con patologie infettive”.

Le Rsu ricordano di aver già segnalato in passato che “non tutte le procedure venivano applicate pedissequamente per vestizione/svestizione; pulizia in ambienti sanitari e non”. “La cosa è evidentemente inaccettabile – scrivono ancora – come ad esempio, alcuni reparti come la dialisi e le malattie infettive, agli operatori non è concesso l’utilizzo delle maschere FFP, ma solamente le chirurgiche”.

“Soldati senza armi per difendersi”

“Ci chiediamo se queste sono le tutele per le Lavoratrici e i Lavoratori della ASST di Lecco, che senso ha richiamare il mondo ad ‘una guerra’ quando i soldati non hanno armi per difendersi, figuriamoci per combattere!”

Con la lettera, le RSU chiedono “che tutti gli attori istituzionali, Sindaci, ATS, Procura, Questura, FF.AA., Protezione Civile, costituiscano una Unità di Crisi per affrontare da subito e al meglio l’emergenza COVID-19 nel territorio lecchese”.

“La costituzione dell’unità di crisi è per garantire e procedere ad un ‘piano d’emergenza’ al fine di produrre le indispensabili condizioni di tutela del singolo Operatore, di tutta la collettività e della Salute Pubblica. Nel segnalare come l’assenza di un repentino riscontro risolutivo del problema comporterebbe per le scriventi l’obbligo di adire in ogni modo e in ogni sede ai fini di tutelare al tempo stesso la cittadinanza e gli operatori”.