L’esperto risponde. Prevenzione incendi

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Oggi più che mai, dove l’informazione è più semplice, la cronaca ci riporta notizie di stragi legate agli incendi ed ogni volta si punta il dito e si torna a parlare di cosa avrebbe potuto evitare tali fenomeni e quindi si parla di prevenzione incendi.

incendio cascinale Malnago (10)Bisogna vedere tale pratica non come l’adempimento burocratico obbligatorio e banale, ma come quella pratiche che il buon senso ci richiede per evitare un domani di avere rimorsi, che essi siano per danni da risarcire o di coscienza.

Privati in condominio, commercianti e industriali sono le prime categorie che vengono in mente quando parliamo di prevenzione incendi, in realtà ogni persona è chiamata nella propria vita a pensare come non incorrere in situazioni di pericolo e come arginarle qualora si verificassero.

Logicamente ogni azione ha un costo, se pur minimo che può essere se ben studiato, ma sicuramente è da ritenere come un investimento, come un assicurazione, che in questo caso però salvaguarda in primo luogo le persone e poi anche il portafoglio.

La legge ci impone di avere un grado di sicurezza antincendio, ma non prescrive esattamente come raggiungerlo, i sistemi per raggiungere lo stesso livello di sicurezza possono essere differenti in alcuni casi, da qui la differenza del lavoro tra i diversi professionisti che possono essere chiamati.

Avere un a grande cultura sulle leggi che disciplinano tale materie e sui materiali o dei sistemi antincendio più evoluti sicuramente è la base per poter eseguire progetti di prevenzione incendi che raggiungono alti gradi di prestazione pur avendo realizzazioni poco invasive e poco costose agevolando così la scelta di chi è chiamato a tali adempimenti.

Simone Paramatti
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IL CONDOMINIO E LA PREVENZIONE INCENDI

E’ una realtà molto particolare, semplice ma complessa :

semplice per la presenza di chiare normative verticali di riferimento tecnico per i ‘nuovi’ tecnici professionisti 818 / 84 che dovranno effettuare autovalutazione antincendio per att. cat. a,

complessa per le molteplici proprietà presenti, persone interessate e tutti i fattori psicologici dal confronto con queste derivanti.

A volte si è un po’, anche noi, psicologici ed avvocati insieme (e non solo tecnici), ma non è questa forse l’anima più profonda della prevenzione incendi stessa se non rivalutare la vita umana e la sicurezza, integrandole con le necessità del civile vivere ?

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ATTIVITA’ SOGGETTE A PREVENZIONE INCENDI MAGGIORMENTE RICORRENTI
Ci sono attività, che sono molto comuni per il condominio e si ripresentano costantemente; trattasi di situazioni ricadenti in alcune fattispecie previste ai sensi “DPR del 01 08 2011 n° 151, NUOVO REGOLAMENTO DI PREVENZIONE INCENDI “; in particolare ci stiamo riferendo a n. 3 atttività quali :

CENTRALI TERMICHE costituentI ATTIVITÀ 74 ovvero impianti per la produzione di calore alimentati a combustibile solido, liquido o gassoso con potenzialità superiore a 116kw e fino a 350 (cat. A), oltre 350 e fino a 700 kw (cat. B) ed in fine oltre 700 kw (cat. C)

AUTORIMESSE costituenti ATTIVITÀ 75 ovvero autorimesse oltre 300 mq e fino a 1.000 (cat. A), oltre 1.000 e fino a 3.000 (cat. B) ed in fine oltre 3.000 (cat. C)

FABBRICATI CIVILI ABITAZIONE costituenti ATTIVITÀ 77 ovvero fabbricati civile abitazione con altezza antincendio oltre 24 mt e fino a 32 (cat. A), oltre 32 e fino a 54 (cat. B), oltre 54 (cat. C).

Naturale riflessione e’ che non tutte queste attività sono sempre costantemente ed omogeneamente presenti sul territorio ovvero le fattispecie presenti spesso sono suscettibili di una distribuizione fortemente connaturata al carattere provinciale ed alla tipologia del territorio :

sarà più facile, per esempio, trovare in grandi città autorimesse più spostate verso le tipologie cat. . B – C, mentre nelle piccole città troveremo realtà minori (cat. A e B);

spessissimo nelle cosiddette metropoli troviamo fabbricati in categoria B e C, mentre nei paesi è raro attestarsi già oltre i 24 m di altezza antincendio;

in relazione agli impianti produzione di calore ed all’utilizzo delle nuove tecnologie, sebbene abbiamo avuto contrazioni delle potenze utilizzate, spessisimo si trovano impianti in cat. A e B
PERCHÉ LE LETTERE INDICANTI LE CATEGORIE A, B E C?
L’innovazione apportata dal “DPR del 01 08 2011 n° 151” è enorme, in quanto assegna un peso (sconosciuto prima) ai ‘nuovi’ tecnici di prevenzione incendi che devono aver maturato un cammino di esperienza professionale nel campo della prevenzione incendi intenso e completo :

le attività in cat. A, non richiederanno così a titolo cogente l’evasione di una valutazione progetto ai fini antincendio ai Vigili del Fuoco e nemmeno sarà previsto; in sede di evasione scia ai fini prevenzione incendi la pratica andrà integrata con un’autovalutazione del tecnico antincendio competata da relazione e tav tecnica, asseverazione e tutte certificazioni strutturali ed impiantistiche necessarie;

realtivamente alle att. in cat. B e C saranno sempre richiesti i 2 differenti momenti di valutazione progetto ed evasione scia, in quanto trattasi di attività mediamente più complesse;

per le att. in cat. A e B non verrà rilasciato più il ‘vecchio’ CPI’ acronimo di Certificato di Prevenzione Incendi, facendo fede il giorno di protocollo della scia e decorrenza di validità di 5 anni, dopo di che seguirà istanza di Rinnovo;

le att. in cat. C sarà sempre oggetto di sopralluogo, mentre per le A e B avverrà a campione.
MODUS OPERANDI NUOVI TECNICI 818 / 84, RIPARTIZIONE SPESE ADEGUAMENTI, VERO SENSO DELLA PREVENZIONE INCENDI, DOMANDE RICORRENTI E ‘MAGLIE’ ANCORA MANCANTI

Alla base del lavoro di progettazione si collocheranno differenti gradi di indagine, partendo dallo stato di fatto, approdando allo stato approvato (qualora sia già in essere un fascicolo relativo al Comando dei Vigili del Fuoco di competenza provinciale), per poterne effettuare un confronto e capire o meno la necessità di un aggiornamento ovvero della conclusione della pratica.

I rilievi per verifica di tutti i parametri richiesti dalle normative; l’esame, la certificabilità e le doc. presenti relativamente a resistenza e reazione al fuoco di strutture portanti e/o separanti, materiali nonché degli impianti presenti e realizzati, devono tutti concorrere a completare quel quadro chiamato scia ai fini sicurezza antincendio.

Spesso occorrono adeguamenti, ma le cose si complicano quando sono all’interno di un box privato, anche solo a livello della ripartizione delle spese comuni : sebbene ricompreso nell’autorimessa il box privato che richiede adeguamenti ne dovrà rispondere con una quota generalmente proporziale, differente il caso che sia necessaria una porta tagliafuoco verso vani secondari privati ed in questo senso la competenza economica sarà configurabile più come mera esclusiva della porzione imm.re a cui resta di servizio.

Intonaci, vernici intumescenti, cartongessi, collari e sacchetti antincendio : la chimica e la prevenzione incendio sono arrivate molto in là, proponendo soluzioni : valide, certificate dai produttori ed enti riconosciuti, certificabili dai professionisti 818 mediante mod. min. cert rei e dich prod ed economiche e sicure per noi e le noste famiglie.

Non dimentichiamoci mai che essere in regola con la pratica di prevenzione incendi significa innanzitutto aver compiuto un cammino di ingegnerizzazione trasversale dell’attività :

– riducendo i rischi di incendio, di propagazione dello stesso e l’entità dei danni;

– aumentando la possibilità di mettere in salvo vite umane, controllare l’incendio limitandone i danni a merci e porzioni di fabbricato / impianti presenti;

in quanto le attività soggette a prevenzione incendi sono state indicate, dal Ministero degli Interni, proprio in relazione ad un grado plausibile di rischio per le persone presenti, quanto contenuto (merci e prodotti…) ed i fabbricati stessi, porzioni di essi e porzioni di impianti, unendole in un filo sottile all’ambito penale (per il titolare dell’attività inadempiente) e all’ambito assicurativo in caso di sinistro da incendio ovviamente.

“Devo fare fori nella basculante?”

“Cosa devo fare con degli scarichi passanti a vista nel mio box-auto?”

“Cosa posso tenere all’interno del box?”

“Quanto costa?”

Sono tutte domande ricorrenti, ma la nostra preoccupazione vera è risolvere dei problemi, sebbene spesso ci siamo chiesti quanto ci sia ancora da fare e quanto si possa fare davvero, in un momento storico che non trova un modello corrispondente nei cinquant’anni che ci hanno preceduto.

Naturalmente il bisogno di sicurezza dovrebbe essere motore principale e primario di qualsiasi attività umana, in una società civile spesso non è così, perché non si ha nemmeno il tempo di fermarsi a calcolare l’inestimabile valore della vita umana, come d’altra parte geneticamente e culturalmente risulta poco instillato nel Popolo Italiano potrebbe risultare;

Le manutenzioni ordinarie (previste per gli impianti, i presidi antincendio, porte tagliafuoco), il rispetto dei divieti, la gestione ordinaria dell’attività, l’aggiornamento degli installatori, la nostra opera di consulenza (di ingegnerizzazione prima e di controllo dopo), sono fattori che dovrebbero fermare quella tendenza all’entropia che spesso, in ambito privato, un senso di proprietà spiccato porta nel corso del tempo ad abusare del diritto reale stesso della proprietà :

box utilizzati come depositi con presenza carta, legno, pitture e solventi;

frigoriferi e lavatrici in tensione adiacenti ad autoveicoli in parcamento;

split con alimentazioni non sezionabili mediante attuazione sgancio elettrico autorimessa e collocazione in luogo non a cielo libero;

mancate verifiche messa a terra, sì, anche nel civile;

esecuzioni passaggi adduzioni gas non corrette (soprattutto nell’esistente).

Queste, purtoppo, sono ancora le maglie mancanti, in ogni realtà, spinte a cercare di creare quella coscienza comune, che spesso viene a mancare proprio nell’ambito della proprietà indivisa, nell’ambito condominiale stesso.

Il Tecnico Antincendio Geom. Magni Giuseppe

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