Lupo nel parco del Curone: l’immagine catturata da una fototrappola

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Un anno fa il ritorno del lupo nel Parco del Curone: “Probabile che fosse un maschio sceso più a valle durante il lockdown”

Diverse le pecore e le capre uccise dal lupo, come era stato confermato dalle analisi del dna. Ora è arrivata anche la foto

MONTEVECCHIA – La notizia del suo ritorno aveva destato scalpore e curiosità, animando per settimane il dibattito. Ora, a un anno dalle ultime incursioni che avevano comportato l’uccisione di diverse pecore (con un episodio, in particolare, di over killing con la morte di oltre 10 pecore, a cui era seguito un ulteriore colpo), il parco di Montevecchia e del Curone ha deciso (ottenute le dovute autorizzazioni dai carabinieri forestali e dalla Regione) di pubblicare sui propri canali social una fotografia del lupo, che girovagava nella zona della Valle Santa Croce, ripreso da una fototrappola.

Uno scatto che, seppur con tutti i limiti di una ripresa notturna da telecamera, mette bene in luce il profilo del predatore, arrivato nel territorio brianzolo probabilmente approfittando del lockdown della primavera 2020 e rimasto fino a che ha trovato le condizioni idonee alla permanenza.

Una presenza, la sua, silenziosa, se non fosse per gli attacchi effettuati nei confronti di pecore e capre al pascolo, già segnalate al Parco nei mesi primaverili ed estivi come episodi anomali. Pochi casi di animali uccisi, con “lacerazioni che facevano pensare all’attacco da parte di cani – spiegano dal Parco – . Poi, in novembre e dicembre, le modalità con cui erano avvenute ulteriori uccisioni avevano condotto a ritenere che potesse trattarsi dell’azione del lupo: ipotesi poi confermata dalle analisi genetiche. Ed infine il 28 dicembre si era verificato un episodio di “over killing”, con l’uccisione di diversi animali fra loro vicini, in numero ben superiore alle necessità alimentari”.

Il presidente del Parco del Curone Marco Molgora

Un episodio che aveva portato il Parco guidato dal presidente Marco Molgora ad attivare, grazie al supporto dei Carabinieri Forestali e del gruppo di lavoro sul lupo attivo in Regione Lombardia e nell’arco alpino occidentale (nell’ambito del Progetto Life Wolfalps Eu), una campagna di informazione nei confronti degli allevatori, mentre nel territorio venivano effettuate azioni di monitoraggio della presenza con l’utilizzo anche di fototrappole. “Dalla fine dello scorso inverno non si è più avuto alcun riscontro della presenza del lupo nel Parco. Si può ipotizzare che si trattasse di un esemplare, maschio, allontanatosi dal territorio di origine dei rilievi delle Prealpi comasche, che nei mesi del lock-down più severo, in marzo e aprile, si era spinto fin nel territorio del Parco indisturbato dal traffico automobilistico. Forse un giovane animale, che aveva affinato nel corso dell’estate le tecniche di assalto alle prede. Ritornato poi verso nord… forse anche per non esser costretto ad una perenne solitudine”.