In 2500 da Sport Specialist per incontrare Simone Moro

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SIRTORI – Cielo stellato, montagna e pubblico a perdita d’occhio. Erano quasi 2500 gli appassionati che mercoledì sera hanno gremito il piazzale di DF Sport Specialist a Bevera di Sirtori, per l’indimenticabile evento estivo che ha avuto come ospite Simone Moro.

Protagonista, il racconto “non solo della prima invernale al Nanga Parbat, ma del “percorso” che lo ha portato a compierla, e a diventare l’unico uomo al mondo autore di 4 prime invernali su montagne di 8000 metri, senza ossigeno. Un risultato che ha portato l’alpinismo italiano “in vetta” all’eccellenza mondiale.

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Una serata densa di emozioni, che non ha dimenticato Claudio Cappelli, cittadino di Barzanò vittima del massacro in Bangladesh, per il quale Longoni, Moro e la platea hanno osservato un minuto di silenzio.

“Voglio raccontare il mio percorso perchè da Sergio Longoni mi sento a casa – ha detto Moro – e voglio che la gente conosca chi sono e da dove vengo, non solo la lista delle mie spedizioni. Al Nanga Parbat sono arrivato dopo 54 spedizioni di tre mesi ciascuna, con il 30% di fallimenti, inseguendo un sogno di bambino che per fortuna i miei genitori e i miei fratelli non hanno mai sottovalutato. Questo mi ha permesso di diventare un adulto che sogna e che è in grado di regalare sogni”.

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Moro, legato a Sergio Longoni da un’amicizia trentennale, ha condotto una serata brillante ma dal sapore antico, con fotografie e video a cui ha dato voce con le emozioni della spedizione, senza patine nè eroisimi: dalla rinuncia alla via Messner all’alleanza con Alex Txicon e Ali Sadpara sulla via Kinshofer, dalla difficoltà fisica e mentale di una spedizione invernale in Karakorum a quelle di una salita affrontata quasi senza acclimatamento.

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Moro l’ha definito “uno splendido lavoro di squadra, che ha dato vita alla spedizione forse più bella della mia vita”, dando ampio spazio per la forza e la bravura della compagna di cordata Tamara Lunger, che ha rinunciato a meno di 100 metri dalla vetta sfiorando il sogno di diventare la prima donna a salire un 8000 in prima invernale.
Emblematico il nome voluto per la serata: “Happy winter”, una sorta di augurio che pone l’accento sulla positività, “perchè a fare alpinismo non si diventa nè ricchi nè famosi ma si diventa felici. Un bravo alpinista non è meglio di un bravo papà, una brava mamma o un bravo lavoratore, semplicemente ha più attenzione. Io stasera non voglio parlare di eroismi o conquiste, voglio raccontare la storia di un uomo felice. Lo sono diventato anche per merito di Sergio Longoni che ebbe fiducia in me nell’87 regalandomi una tuta della Francital linea Vertical, non lo dimenticherò mai. Per me è stato un esempio”.

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“Ho sempre cercato di dare una mano ai ragazzi, ai giovani come era Simone all’epoca, e ne ho ricavato sempre molte soddisfazioni. Ti rubano il cuore con la loro passione. Ringrazio tutti coloro che venuti stasera: è un orgoglio avervi qui così numerosi, il personaggio merita questo ed altro. Uno come Simone non si trova tutti i giorni e lo ringrazio dell’amicizia che ci ha legato in questi 30 anni.

A seguire il consueto buffet di pane, salame e ravioli, tradizionale conclusione delle serate del ciclo “A tu per tu con i grandi dello sport” di Df Sport Specialist, che ieri sera hanno senz’altro raggiunto l’apice dell’anno 2016.