In montagna dopo il lockdown. L’appello del Soccorso Alpino: “Usate la testa”

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Il distaccamento sopra il rifugio Elisa (foto di Martino Gatti)

Già 121 interventi nonostante cinque mesi di stop, nel 2019 furono 140

“Superficialità e impreparazione: temiamo il ripetersi della stessa situazione di giugno solo che ora siamo in inverno”

LECCO / VALSASSINA – Domenica la Lombardia passerà da zona arancione a zona gialla. Questo consentirà gli spostamenti tra comuni di tutta la regione e anche tra regioni se in zona gialla. La riapertura dopo oltre un mese di lockdown, il meteo favorevole di domenica e la neve caduta abbondantemente in quota costituiscono un mix potenzialmente pericoloso sul fronte montagna.

La Grignetta dopo le abbondanti nevicate dei giorni scorsi

“Alla riapertura dopo il primo lockdown e per tutta l’estate fino all’autunno, abbiamo riscontrato un’elevata affluenza sui nostri monti e il numero di interventi del 2020 ha raggiunto un numero mai registrato – dice Alessandro Spada, capostazione del soccorso alpino Valsassina-Valvarrone -. Il problema è che la maggior parte di queste emergenze sono legate a un approccio superficiale, impreparazione e attrezzatura e abbigliamento non adeguati. Il nostro timore è che una situazione analoga possa manifestarsi già a partire da domenica con la riapertura della libera circolazione, tenendo presente che la situazione che abbiamo oggi è potenzialmente molto più pericolosa che a giugno scorso”.

Nessuno sta dicendo di non andare in montagna, ma l’appello è semplicemente quello di usare la testa. I numeri del 2020 della Stazione Valsassina-Valvarrone aggiornati a ieri (10 dicembre) parlano chiaro: “A ottobre e novembre abbiamo fatto pochissimi interventi, mentre a marzo, aprile e maggio nemmeno uno. Nonostante questo abbiamo effettuato 121 interventi (nel 2019 erano stati 140 e già avevamo lavorato molto) con 143 persone soccorse, di cui 15 morti. Altro dato importante è che di queste 143 persone il 33% sono state recuperate illese. Se da un lato fortunatamente non si sono fatte niente, dall’altro si capisce come questi soccorsi siano conseguenza di inesperienza, scarsa preparazione o  abbigliamento e attrezzatura inadeguati”.

E ancora, se estraiamo i numeri di giugno, luglio, agosto e settembre, in quattro mesi abbiamo effettuato 70 interventi con 73 persone recuperate, di cui 9 morte e 38 illese (in questo caso la percentuale degli illesi sale al 50%). La preoccupazione del Soccorso Alpino è che si ripresenti la stessa situazione di giugno, solo che adesso le condizioni sono invernali perciò le conseguenze potrebbero essere ben peggiori.

“Ci stiamo preparando, siamo in pre-allerta per questo fine settimana – continua Spada -. Ci siamo anche confrontati con i rifugisti della zona, specialmente quelli della Grigna e loro stessi hanno convenuto sul fatto di tenere chiuso. Infine ricordiamo di osservare sempre le disposizioni anticovid e ricordiamo che in questo momento il comparto sanitario è già impegnato a fronteggiare l’emergenza covid e anche un semplice polso rotto può mettere in ulteriore difficoltà i nostri ospedali”.

Foto di Martino Gatti

Le condizioni sulle nostre montagne

“Se non si conosce bene la montagna è sempre meglio stare un passo indietro – è questo il primo consiglio in vista del prossimo week-end di Tita Gianola, guida alpina, istruttore nazionale del soccorso alpino e tecnico di elisoccorso -. Il problema lo conosciamo bene tutti: arriviamo da un periodo di chiusura che terminerà proprio domenica, le piste da sci sono chiuse quindi è prevedibile che per molti l’alternativa siano sci alpinismo, ciaspole ed escursionismo”.

La condizioni delle montagne, però, sono di potenziale pericolo: “Anche sulle nostre montagne c’è un grosso accumulo di neve fresca che va dal metro al metro e mezzo. Si tratta di neve fresca caduta su neve vecchia, situazione che rende probabile lo scollamento tra i due strati con la conseguenza di valanghe. Oppure si tratta di neve fresca caduta su pendii puliti e in questo caso dipende molto dal tipo di pendio: se il terreno è ripido ma roccioso allora la neve trova un buon ancoraggio, ma se questa grossa massa di neve ricopre un ripido pendio erboso allora può cadere e in Grigna, proprio in questi giorni,  abbiamo già visto grossi distacchi che possono diventare vere e proprie valanghe”.

Il bollettino neve e valanghe emesso oggi alle ore 13 dal Centro Nivometeorologico di Arpa Lombardia parla di un grado di pericolo 3 marcato: “Questo bollettino non è assolutamente da sottovalutare – continua Tita Gianola -. In situazioni particolari il pericolo può essere anche maggiore di quello indicato. Nella pratica il consiglio per scongiurare incidenti è quello di evitare pendii aperti e molto ripidi. Prestare molta attenzione agli accumuli che si possono trovare alle quote più elevate. La cosa migliore è stare su percorsi non pericolosi, non muoversi in gruppi numerosi, stare a quote più basse e, se non si ha esperienza, andare con persone più esperte. E poi è bene ricordare quando si fanno questo tipo di attività di avere sempre con sé Arva, pala e sonda, ovvero i dispositivi di localizzazione in caso di valanga”.

Il rifugio Elisa (foto Martino Gatti)

Chiusi i rifugi sulle Grigne (aperto il Pialeral ma solo con servizio all’esterno)

Viste le condizioni meteo non tutti i rifugi resteranno aperti nel fine settimana di passaggio della Lombardia in zona gialla. Sulle Grigne i principali rifugi (Brioschi, Rosalba, Bogani, Bietti) resteranno chiusi. Fa eccezione il rifugio Pialeral che resterà aperto domenica 13 dicembre ma solo con servizio esterno.

Per qualsiasi informazione è possibile contattare le strutture ai rispettivi riferimenti. Viste le abbondanti nevicate, prima di partire è consigliabile consultare il bollettino valanghe.

RIFUGIO BRIOSCHI (Grigna Settentrionale)
Il rifugio resterà chiuso nel fine settimana

RIFUGIO ROSALBA (Grigna Meridionale)
Il rifugio resterà chiuso nel fine settimana

RIFUGIO BOGANI (Grigna Settentrionale)
Il rifugio resterà chiuso nel fine settimana

RIFUGIO BIETTI (Grigna Settentrionale)
Il rifugio resterà chiuso nel fine settimana

RIFUGIO PIALERAL

Il rifugio sarà aperto domenica 13 dicembre SOLO con servizio bar all’esterno (panini, torte, bar). Viste le abbondanti nevicate si consiglia di consultare il bollettino valanghe.

RIFUGIO ELISA (Grigna)
Il rifugio rimane chiuso nel weekend di sabato 12 e domenica 13 dicembre