Delfino Formenti, l’artista delle falesie, ospite del Cai Vimercate

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Delfino Formenti ospite del Cai Vimercate
Delfino Formenti ospite del Cai Vimercate

Oltre alla chiodatura di circa 500 tiri di corda, si è occupato (e si occupa) della manutenzione

Venerdì 19 maggio, ore 21, serata presso l’auditorium della biblioteca di Vimercate in piazza Unità d’Italia

VIMERCATE – La personalità di Delfino Formenti si può sintetizzare con una frase: uno dei più importanti promotori dell’arrampicata sportiva nel lecchese, uomo di pochissime parole che preferisce l’azione alle chiacchere. Venerdì 19 maggio, ore 21, Delfino Formenti sarà ospite del Cai Vimercate presso l’auditorium della biblioteca di Vimercate in piazza Unità d’Italia (ingresso libero).

Dopo qualche via nuova nei primissimi Anni ’80 sulle pareti intorno alla città di Lecco (sul Pizzo d’Erna e l’Antimedale), tra le prime a essere esplorate alla ricerca di un nuovo terreno di gioco per la scalata, Delfino si dedica all’attrezzatura di intere aree dedicate all’arrampicata sportiva. La prima è la grande falesia di Versasio, nel 1986, a cui ne seguono ininterrottamente molte altre nei territori di Lecco e Valmadrera. Una produzione impressionante, svolta in completa solitudine.

Oltre alla chiodatura di circa 500 tiri di corda si è occupato della manutenzione, un aspetto che ritiene di fondamentale importanza, sia degli itinerari di arrampicata che del terreno alla base delle pareti con gradinature e steccionate. Un lavoro molto apprezzato dalle migliaia di scalatori che frequentano queste falesie. La manutenzione ormai fa parte integrante della sua attività di chiodatore, alternandosi all’opera creativa vera e propria, tutt’ora in corso. Difficile quantificare la mole dei suoi interventi, soprattutto in termini del tempo da lui dedicato.

Una delle maggiori preoccupazioni di Delfino, vista la fenomenale esplosione della frequentazione di alcune delle sue falesie (ma in generale di tutte le falesie del territorio) è rivolta al comportamento degli scalatori, riscontrando spesso uno scarsissimo rispetto verso la natura, verso gli altri frequentatori del sito e verso il lavoro del chiodatore.

Sporcizia, resti di improvvisati fuocherelli, appigli “sporchi” di magnesio (cioè non ripuliti dallo scalatore dopo il suo passaggio). Gli itinerari di falesia sono un patrimonio a disposizione di tutti, costruito con grande fatica e spesa, e senza alcun compenso, da parte sua e degli altri chiodatori volontari. Un patrimonio che il territorio, inteso come amministrazioni e associazioni, non riesce a riconoscere. A parte rarissime e lodevolissime eccezioni; nel caso del Delfino: il CAI Calolziocorte e il CAI Vimercate. C’è ancora molta strada da compiere.


Recentemente è stato realizzato anche il documentario “Un chiodo in testa” per raccontare l’attività di Delfino Formenti. Un progetto nato dall’idea di Massimo Colombofotografo professionista, escursionista e appassionato di arrampicata e realizzato insieme a Nicola Rota, regista e produttore video, e Simona Pozzoni, montatrice.